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10 mesi agoon
Da ottimo a insufficiente: il ministro Valditara vuole far tornare, per le scuole primarie, i vecchi voti, cancellando di fatto la riforma che aveva introdotto i cosiddetti giudizi descrittivi. Un’idea che ha scatenato non pochi malcontenti – sono contrari, infatti, pedagogisti, docenti e sindacati.
Nel 2020 erano stati introdotti i giudizi descrittivi, che rappresentano quattro diversi livelli di apprendimento raggiunti dal bambino: avanzato, intermedio, base e in via di acquisizione. Per utilizzare questo nuovo metodo, è stato fatto un grande lavoro da parte di scuola e insegnanti, ma anche bambini e genitori: sono stati organizzati percorsi formativi per i docenti e sono stati definiti nuovi strumenti di verifica.
Ma il ministro Valditara vuole tornare ai “giudizi sintetici” – quelli che vanno da ottimo a insufficiente – e anzi, soppesa l’idea di introdurre anche gravemente insufficiente. “Abbiamo deciso di tornare, dal prossimo anno scolastico, a formule comprensibili” dice il ministro “al posto di quelle astruse proposte di recente. Come fa un genitore o un bambino a capire che “in via di acquisizione” vuol dire insufficiente? È una questione di chiarezza”.
L’idea di reintegrare un sistema di oltre trent’anni fa non è stata ben accolta da nessuno e criticata sia chi chiede più tempo per testare i giudizi descrittivi sia da chi contesta l’efficacia dei giudizi sintetici – sei insegnanti su dieci si dichiarano insoddisfatti dal sistema di valutazione basato sui voti [dati Eurispes].
Al ministero dell’Istruzione è stata inviata una lettera aperta titolata “Tornare ai voti? No grazie” in cui l’ipotesi viene descritta come “contraddittoria, prima di una visione pedagogica coerente e duratura” nonché “immotivata dal punto di vista pedagogico”. La lettera è stata sottoscritta dall’associazione nazionale dirigenti scolastici, dall’associazione italiana maestri cattolici, CGIL scuola e altre organizzazioni di categoria.
Contrario anche il parare degli esperti: per Cristiano Corsini, docente di Pedagogia sperimentale, la valutazione sintetica inibisce il processo di apprendimento perché si basa esclusivamente su fallimento e successo delle prove, mentre il pedagogista Raffaele Montegazza teme che un giudizio come “gravemente insufficiente” possa tramortire un bambino, invece di spronarlo.
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