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Politica

Autonomia differenziata: di cosa si tratta?

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Il disegno di legge sull’autonomia differenziata messo a punto dal ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli è stato approvato dal Consiglio dei Ministri all’unanimità.

Che cos’è l’autonomia differenziata?

È il riconoscimento, da parte dello Stato, del potere legislativo della regione a statuto ordinario per materie che prima erano di competenza esclusiva dello Stato.

Il testo provvede alla definizione dei “principi generali per l’attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia” e delle “relative modalità procedurali di approvazione delle intese fra lo Stato e una Regione”.

Tra questi principi generali nel testo si chiariscono i LEP, Livelli essenziali delle prestazioni. Tali livelli indicano la soglia minima e invalicabile da parte delle regioni autonome per assicurare uno svolgimento leale dei rapporti finanziari con lo Stato, che consentirebbero il superamento dei divari territoriali tra Nord e Sud Italia.

Le materie sulle quali le regioni potranno avere autonomia rispetto allo stato

-Rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni

-commercio con l’estero

-tutela e sicurezza del lavoro

-istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della -istruzione e della formazione professionale professioni

-ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori -produttivi

-tutela della salute

-alimentazione

-ordinamento sportivo

-protezione civile

-governo del territorio

-porti e aeroporti civili

-grandi reti di trasporto e di navigazione

-ordinamento della comunicazione

-produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia

-previdenza complementare e integrativa

-coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario

-valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali

-casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale

-enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale

Chi è a favore

Coloro che sono a favore delle Autonomie Differenziate sostengono che una gestione autonoma di determinati servizi garantirebbe più efficienza per i propri cittadini.

Il Veneto ha chiesto di trattenere il 90% del gettito fiscale relativo ai cittadini ed alle imprese italiane che li sono residenti. In tal modo, si calcola, verrebbero meno circa 41 miliardi l’anno dalle casse dello Stato. Riguardo la Lombardia, invece, la perdita per l’erario dello Stato sarebbe di oltre 100 miliardi di Euro. L’Emilia-Romagna, infine, tratterrebbe 43 miliardi di euro.

Chi è contrario

Per coloro che sono contrari, ogni autonomia differenziata comporterebbe sottrazione di ingenti risorse finanziarie alle casse dello Stato e la disarticolazione di servizi ed infrastrutture logistiche.

Per il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, l’autonomia differenziata sarebbe uno slogan pre elezioni regionali in Lazio e Lombardia. Le ragioni che rendono “inaccettabile” l’ipotesi di autonomia per De Luca sono “chi definisce i Lep, occorre un organismo tecnico non politico”. Poi, “è insostenibile una riforma a costo zero. Come si recuperano i divari regionali nella spesa pubblica?”. Inaccettabili anche “i contratti integrativi regionali per la Sanità. Questo renderebbe impossibili servizi uniformi per i cittadini, e spaccherebbe il sistema sanitario nazionale; Inaccettabile il ridimensionamento scolastico a danno essenzialmente del Sud”.

Per il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, prima di approvare l’autonomia differenziata andrebbero sanati i divari tra Nord e Sud. “Possiamo accettare” un progetto di autonomia differenziata “se le Regioni sono messe tutte più o meno sullo stesso livello di partenza, se facciamo un lavoro preliminare di riequilibrio. Se il governo dice che per questo riequilibrio, che costa almeno 50-60 miliardi, non c’è una lira di questa questione dell’autonomia differenziata non se ne può nemmeno parlare”.

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