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10 mesi agoon
In Bolivia sono ore di incertezza a seguito del fallimento del tentato golpe. Le truppe dell’Esercito sono schierate a difesa del palazzo presidenziale.
Il Generale Juan Josè Zúñiga – ex comandante dell’Esercito boliviano – alla guida del colpo di Stato, dal momento del suo arresto; ha dichiarato che i golpisti non sono riusciti a raggiungere l’obiettivo perché i rinforzi della Marina e Aeronautica hanno tardato ad arrivare.
Un centinaio di soldati del battaglione speciale di Challapata “Mendez Arcos”, aveva fatto irruzione nel palazzo del governo in Plaza Murillo dove si trovava riunito il presidente Luis Arce con l’intero gabinetto. Un carro armato aveva buttato giù la porta metallica dell’antico Palacio Quemado, annnesso alla Casa Grande del Pueblo. Il Presidente Arce avrebbe ordinato senza successo di ritirare le truppe militari. Alla disubbidienza di Zúñiga il presidente della Repubblica non ha mai abbandonato la Casa Grande del Pueblo per far fronte al golpe.
Tutto questo mentre fuori si scatenavano i momenti di maggior tensione, con 12 feriti in strada tra la folla scontratasi con la polizia. Il tentativo di rovesciare il Governo ha fatto riemergere la fragilità di una democrazia che nella sua storia ha vissuto ben 190 colpi di stato. Le fasi economiche-politiche sono state sempre attraversate da inascoltati campanelli d’allarme.
Oltre ad accusare i ritardi della Marina, che nonostante la Bolivia non abbia accesso al mare rimane un’entità importante nel Paese, Zúñiga ha accusato il presidente Arce di avergli chiesto di organizzare un golpe per aumentare la sua popolarità. Stando a queste dichiarazioni si tratterebbe in pratica di un autogolpe messo sù ad arte. C’è invece chi dice che la lotta fratricida tra un presidente, Luis Arce, in difficoltà di fronte all’attuale recessione; e un ex presidente Evo Morales deciso a riprendersi il potere, favorisca in realtà le forze golpiste.
La situazione politica in Bolivia rimane tesa. La lotta per il potere tra Arce e Morales potrebbe ulteriormente destabilizzare il Paese e favorire future azioni golpiste. Nel tragico “balletto” delle parti che si inscena di consueto su questi sfondi torbidi, in meno di due ore il golpe iniziato alle 15:30 del 26 giugno era fallito e alle 17,30, Arce ha salutato dal balcone del Palacio Quemado il popolo boliviano che è sceso in piazza in difesa della democrazia e ha detto che «La mobilitazione del popolo ha permesso di far fallire questo tentativo di colpo di stato». Una cittadina intervistata dice: “Tutto è tornato alla normalità. Qui la gente è pazza. Adesso tutto è tranquillo“.
Per ora i carri armati in Plaza Murillo sono stati sostituti dalle truppe dell’Esercito regolare.
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