Negli ultimi mesi, diverse farmacie del nord Italia avrebbero segnalato un’anomala richiesta di farmaci a base di tramadolo. Il tramadolo è una sostanza nota con il nome di “droga del combattente”, anche perché viene assunta come sostanza stupefacente dai miliziani dell’Isis. Si tratta di un’evoluzione del Captagon: la nuova versione è una metanfetamina potenziata (con tramadolo e altre sostanze di sintesi).
Gli effetti
Lo stupefacente inibisce totalmente la paura e il dolore, provocando forte euforia. L’Agenzia del farmaco spiega che il tramadolo è una sostanza che agisce su cellule nervose specifiche del midollo spinale e del cervello. I farmaci con questa sostanza vengono usati per il trattamento del dolore da moderato a grave, ma l’abuso o l’uso non medico può portare a gravi effetti collaterali come convulsioni, la sindrome serotoninergica che porta ansia, agitazione psicomotoria, irrequietezza, fino ad allucinazioni da delirio, crisi epilettiche e, ovviamente, reazioni allergiche. La sostanza è principalmente prodotta in Medio Oriente. La Siria ne è diventata il primo paese produttore, e dove si è diffusa tra i militanti della ‘Guerra santa”.
Il Captagon è stato proibito negli anni ’80 dall’OMS perché crea dipendenza. Molti i sequestri che si sono susseguiti a partire dal 2015, a Dubai, in Egitto, Turchia e Arabia saudita. Ma anche in Europa: dopo alcuni sequestri in Grecia, nel giugno 2020 la polizia italiana ha intercettato nel porto di Salerno un maxi carico di 14 tonnellate di captagon, 84 milioni di pillole avvolte in grandi bobine industriali di carta, per un valore stimato in circa 1 miliardo di euro. Si sono trovati inoltre indizi di collegamento fra produttori siriani e varie organizzazioni mafiose, che smercerebbero la droga a circa 13-15 euro per una pillola.
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