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Cronaca

La Cina “si oppone a qualsiasi sanzione illegale che leda i diritti e gli interessi legittimi della Russia”

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Come ha reagito la Cina alle sanzioni emesse dall’UE e dagli USA nei confronti della Russia?

In arrivo un secondo pacchetto di sanzioni

I ventisette Stati Membri del Consiglio europeo si sono riuniti per dare vita ad una coalizione unita e compatta contro le ultime manovre di Putin e la sua sconvolgente decisione di invadere l’Ucraina.

Come annunciato in un intervento video, la presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen ha annunciato un secondo “pacchetto” di «sanzioni massicce e mirate» con lo scopo colpire l’economia russa in tempi abbastanza rapidi.

Nel comunicato conclusivo del vertice si legge che «le sanzioni coprono il settore finanziario, energetico quello dei trasporti, l’export di beni e finanziario, la politica dei visti e l’inserimento nella lista nera, e con nuove criteri, di personalità russe». Nel settore energetico, però, non dovrebbero essere comprese misure dirette al comparto del gas. I leader Ue, inoltre, hanno annunciato nuove sanzioni anche alla Bielorussia.

La  reazione della Cina

Di fronte alla decisione di colpire la Russia con tali sanzioni, la Cina si è mostrata contraria.

Il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin ha dichiarato che la Cina “si oppone a qualsiasi sanzione illegale che leda i diritti e gli interessi legittimi della Russia”, giudicandoli strumenti “non fondamentali ed efficaci per risolvere i problemi”.

Qual è il risultato delle sanzioni? Credo che tutti lo conoscano“, ha osservato Wang, aggiungendo che le misure unitive e restrittive “porteranno solo gravi difficoltà all’economia e al sostentamento delle persone“. Per questo motivo, Pechino “spera che le parti interessate ci riflettano seriamente e cerchino di risolvere il problema attraverso il dialogo e le consultazioni”.

Cosa farà Pechino?

Consequenziali le critiche rivolte a Pechino per non aver ancora preso una posizione netta e critica sull’invasione russa, alle quali Wang risponde: “Pechino si sforzerà di spingere per una soluzione politica della questione Ucraina. C’è un chiaro contrasto tra l’approccio cinese e le mosse di altri Paesi di creare e cercare di trarre vantaggio”.

Quello che appare ancor più evidente e preoccupante è che la guerra innescata da Putin contro l’Ucraina è un tema di cui non si parla sui media statali cinesi, come se il governo cinese non lo riconoscesse o scegliesse consapevolmente di non riconoscere e quindi di non schierarsi contro Putin.

Non bisogna dimenticare che la Cina ha sempre rifiutato di chiamare “invasione” l’azione della Russia in Ucraina o di criticare Mosca nonostante l’intensificarsi degli assalti dell’esercito russo che stanno causando un numero crescente di vittime.

Non bisogna neppure dimenticare che la decisione del capo del Cremlino sull’invasione è stata maturata a poche settimane dalla dichiarazione congiunta con il leader cinese del 4 febbraio in cui ha messo nero su bianco che la loro amicizia “non aveva limiti”.

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