È stato approvato all’unanimità dalla commissione Giustizia del Senato il DDL Roccella, disegno di legge che punta a prevenire e contrastare la violenza domestica e di genere. “La politica” ha dichiarato Eugenia Maria Roccella, ministra per la famiglia “deve raccogliere questa autentica emergenza. […] Il Governo” continua “non ha aspettato le più eclatanti vicende di cronaca per fare la propria parte”.
Cosa prevede il DDL Roccella?
Il DDL prevede il rafforzamento del cosiddetto “codice rosso”, delle misure cautelari – come l’ammonimento, il braccialetto elettronico, la distanza minima di avvicinamento – e punta ad abbreviare i tempi previsti per valutare il rischio e per applicare le misure cautelari giudicate idonee, misureche saranno applicate anche ai cosiddetti “reati spia”.
Sono previste inoltre misure di maggiore tutela – come una provvisionale a titolo di ristoro anticipato a favore delle vittime e anche l’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare anche fuori dai casi di flagranza.
Educazione sessuale e affettiva
Ma “nel testo” dice la segretaria del PD Elly Schlein “si parla solo di repressione, non continene nulla che riguardi al prevenzione – cioè l’educazione nelle scuole e la risorse per formazione di operatori e operatrici.”
Sebbene la ministra Roccella abbia annunciato delle ulteriori iniziative, come ad esempio una campagna di sensibilizzazione nelle scuole, resta in ogni caso il nodo dell’educazione sessuale e affettiva: la Lega resta infatti fortemente contraria a inserire la materia nei programmi nelle scuole – recentemente, il leghista Rossano Sasso ha definito l’educazione sessuale e affettiva come una “porcheria” e “una nefandezza”.
“La scuola deve fare la scuola” afferma Salvini “le istituzioni e le istituzioni, ma la famiglia deve fare la famiglia. […] Sono la mamma e il papà” conclude il ministro “che devono capire se hanno in casa qualcuno che rischia di diventare un problema”. Lo contraddice, tuttavia, anche il presidente del Senato Ignazio La Russa, che definisce quello dei femminicidi e della violenza di genere “un problema soprattutto culturale” e che pensa che occorra “lavorare a partire dalle scuole”.
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