Il tribunale egiziano di Mansura ha condannato stamane il giovane attivista Patrick Zaki per aver diffuso false notizie nel lontano 2019.
Patrick Zaki condannato
I giudici del Tribunale egiziano di Mansura questa mattina hanno condannato a tre anni di carcere il giovane attivista per i diritti umani Patrick Zaki. La sentenza è arrivata dopo l’undicesima udienza del processo. L’accusa è per fatti risalenti al 2019, allorquando lo studente 32enne scrisse un articolo circa un attentato dell’Isis e due casi di discriminazione ai danni dei cristiani egiziani. Le informazioni divulgate sono ritenute, per il Paese nordafricano, false ed offensive.
La speranza della grazia
Hazem Salah, uno degli avvocati difensori di Patrick, ha rilasciato dichiarazioni in merito alle tempistiche della detenzione: «Calcolando il periodo di custodia cautelare, si tratta di un anno e due mesi». Il giovane, infatti, dall’inizio del caso giudiziario — 2020 — ha già trascorso 22 mesi in prigione. L’arresto è avvenuto direttamente in Tribunale, al termine dell’udienza, tra le urla disperate della madre, della fidanzata e degli amici di Patrick.
Hoda Nasrallah, legale principale dell’attivista, ha dichiarato di voler effettuare un ricorso contro la sentenza emanata questa mattina: «Chiederemo al governatore militare di annullare la sentenza o di far rifare il processo come è avvenuto nel caso di Ahmed Samir Santawy». Si tratterebbe, tuttavia, di una sentenza inappellabile. A quanto pare, il Presidente egiziano Al-Sisi è l’unico che potrebbe intervenire sul caso per cambiare la sorte del giovane Patrick, concedendo lui la grazia.
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