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L’emicrania è molto più di un semplice mal di testa. È un dolore lancinante e insopportabile, spesso accompagnato da nausea, vomito e sensibilità alla luce e ai suoni. Chi soffre di emicrania cronica può sperimentare attacchi più di 15 giorni al mese, che limitano profondamente le attività quotidiane. Andare al lavoro, avere relazioni sociali e svolgere le normali incombenze diventano sfide quotidiane. La qualità della vita è pesantemente compromessa e, spesso, chi ne soffre sviluppa anche ansia o depressione.
Negli ultimi anni, la ricerca medica ha introdotto farmaci preventivi innovativi, tra cui gli anticorpi monoclonali anti-CGRP. Questi trattamenti hanno rivoluzionato l’approccio all’emicrania, riducendo significativamente il numero di attacchi e migliorando la vita dei pazienti.
Al European Headache Congress di Lisbona sono stati presentati nuovi dati sul farmaco fremanezumab, un anticorpo monoclonale anti-CGRP. Lo studio internazionale PEARL ha coinvolto 354 pazienti italiani con emicrania cronica o episodica ad alta frequenza.
Dopo un anno di trattamento, circa la metà dei pazienti ha visto dimezzare i giorni di mal di testa mensili. Inoltre, il 75% dei pazienti ha ottenuto una riduzione di almeno il 50% della disabilità causata dall’emicrania. Tra i pazienti con emicrania cronica, più della metà ha ridotto gli episodi a meno di sette giorni al mese.
Secondo Cristina Tassorelli, professoressa di Neurologia all’Università di Pavia, “l’emicrania influenza molti aspetti della vita quotidiana. Questi risultati mostrano come fremanezumab possa migliorare concretamente la qualità della vita dei pazienti”.
L’emicrania non è solo fisica. Spesso si accompagna a disturbi psicologici, tra cui ansia e depressione. Studi precedenti riportano una prevalenza del 23-25% tra i pazienti.
Gabriella Egeo, neurologa all’Irccs San Raffaele di Roma, sottolinea l’importanza di un approccio globale: “Il paziente va seguito considerando sia la componente neurologica sia quella psicologica. Non devono essere trattate separatamente”.
Anche il benessere mentale migliora con il trattamento farmacologico. Ridurre il dolore cronico ha un impatto positivo sull’umore, sulla motivazione e sulle relazioni sociali.
Nonostante l’efficacia delle nuove terapie, gli esperti raccomandano di mantenere uno stile di vita sano. Una corretta alimentazione, un buon sonno e un’attività fisica regolare aiutano a potenziare i benefici dei farmaci.
Mariarosaria Valente, direttrice della Clinica Neurologica dell’Università di Udine, spiega: “Le terapie farmacologiche sono strumenti potenti. Tuttavia, abitudini salutari rimangono fondamentali per massimizzare il benessere del paziente”.
Grazie a farmaci come fremanezumab, l’emicrania cronica e ad alta frequenza non è più una condanna. I pazienti possono ridurre significativamente il numero di attacchi e migliorare la propria qualità di vita.
Il futuro della cura dell’emicrania sembra più promettente. Un approccio integrato, che combina terapia farmacologica, supporto psicologico e stile di vita sano, può restituire tempo, libertà e benessere a chi soffre da anni di questa malattia debilitante.
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