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5 mesi agoon
Tutto pensavano fuorché arrivare terzi. Che non avessero la maggioranza assoluta lo avevano messo in preventivo, ma già che non avessero invece neanche la maggioranza relativa, dopo i successi del primo turno, sembrava uno smacco per Le Pen e Bardella.
Che addirittura arrivassero terzi, nella corsa dietro pure alle forze di centro, oltre quelle di sinistra, non lo avevano preso minimamente in considerazione come possibilità.
Eppure è andata proprio così, forse inaspettatamente per la stessa sinistra. Come nei peggiori incubi, dove sei in vantaggio ma poi la tua corsa si paralizza: così la volata del Rassemblement National al secondo turno delle elezioni legislative francesi, si è cristallizata a favore del nascente Nuovo fronte popolare, l’alleanza di sinistra che si è formata per contrastarne l’avanzata. Alla prossima Assemblee Nationale Nfp ha conquistato 182 seggi. La formazione centrista a sostegno del presidente Emmanuel Macron, Ensemble, ne ha ottenuti 168 mentre il Rassemblement National di Marine Le Pen alleato con una parte dei Republicains guidati dal presidente del partito Eric Ciotti è terzo con 143 deputati eletti. Il resto dei seggi è cosi suddiviso: Indipendenti cdx 15, Indipendenti csx 13, Indipendenti centro 6, Autonomisti 4, Indipendenti 1.
Le Pen ha affermato che l’onda procede inarrestabile e che è rimasta soltanto momentaneamente sommersa per rivenir fuori alle prossime elezioni. Il totale dei deputati dell’ Assemblee Nationale è di 577. Se si pensa che quest’ultima partiva da un numero di 33, arrivando per l’appunto a queste elezioni a 143 si capisce l’uscita a caldo della Le Pen. Se si tengono conto delle aspettative poste prima dei ballottaggi, è chiaro che arrivare ultimi non è stato propriamente un traguardo prefissato.
Ad ogni modo nessuno dei tre blocchi principali ottiene la maggioranza assoluta. La sinistra però pur non raggiungendo dunque la maggioranza assoluta per formare il governo, ha vinto e la folla francese esulta a Place de la République a Parigi.
Queste proiezioni consegnano una Francia difficile da governare. Il premier Attal è arrivato all’Eliseo per presentare le dimissioni.
C’è anche il Ministro dell’Interno. Melenchon – la cui France insoumise è rappresentata con 74 eletti ai quali si aggiungono 3 “dissidenti” del partito – : “Il Nuovo Fronte Popolare deve governare”. Come ricorda Macron, che invita alla prudenza sulle scelte per il governo, non è così semplice. Il presidente invita alla “cautela”, perché i risultati non rispondono alla domanda su “chi debba governare”.
Ma Per Mélenchon, Macron dovrebbe nominare “un premier del Nuovo Fronte Popolare o se ne vada. Il Nuovo Fronte Popolare è pronto a governare. Ma qualsiasi possibile coalizione dovrà abbracciare tutto il programma, come la cancellazione delle pensioni e l’aumento del salario minimo. La nostra vittoria verrà esaminata da più parti, in particolari dalla sinistra di tutto il mondo. Abbiamo vinto grazie ad una linea politica capace di unire le persone”, ha sottolineano il leader di estrema sinistra. Il ministro degli Esteri Stephane Sejournè, rieletto con il 72,63%, invece precisa: “Ovvio che Mélenchon non può governare la Francia”.
L’ex primo ministro francese Edouard Philippe ha invitato le forze politiche a “promuovere la creazione di un accordo”, ma senza il Rassemblement National e la France Insoumise. Le sinistre unite hanno detto che ci vorrà una settimana per proporre un nome da portare allo stesso Eliseo. Secondo quanto dichiarato dal palazzo presidenziale, il presidente Macron non si rivolgerà alla nazione in queste ore. Non c’è stato “nessun discorso in questa fase” del Presidente della Repubblica dal termine delle elezioni. L’unica cosa certa al momento è che il 60% degli aventi diritto al voto nel turno dei ballottaggi non si vedeva dal 1981.
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