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Fratelli d’Italia e l’aborto: cosa sta succedendo?

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Sebbene Giorgia Meloni abbia ribadito più volte di non voler né modificare né abolire la legge 194 ma di volerla solo applicare nella sua interezza, diversi esponenti di Fratelli d’Italia si sono esposti più di una volta riguardo l’aborto in maniera decisamente chiara.

Livia Mennuni: “Abbiamo avuto 6 milioni di bambini che non sono nati”

Lavinia Mennuni, eletta senatrice il 25 settembre con il 36,30% delle preferenze, lo scorso marzo nel consiglio comunale di Roma aveva esposto uno striscione in materia d’aborto decisamente esplicativo: “Potere alle donne – facciamole nascere”.

Più recentemente, la Mennuni ha affermato, in un’intervista radiofonica, che a causa della legge 194 “Abbiamo avuto 6 milioni di bambini che non sono nati”.

Seppellire i feti anche senza consenso della madre

Non si tratta certo dell’unico esempio: un mese fa il senatore Luca de Carlo aveva promesso di ripresentare la proposta di legge che impone la sepoltura di feti abortiti sotto le 28 settimane anche senza la richiesta e il consenso dei genitori.

A me non sembra normale” afferma il senatore “che una vita venga smaltita come un rifiuto speciale”, scatenando con le sue parole le reazioni indignate del csx.

C’è poi il “caso Liguria”: due episodi in pochi giorni

Soltanto poche ore fa, in Liguria FDI si è infatti astenuta su un ordine del giorno, che è stato comunque approvato, che si impegna a garantire l’accesso alle donne alle strutture per l’interruzione di gravidanza. Donzelli ha spiegato che il partito l’avrebbe fatto perché voleva “un dibattito per migliorare l’ordine del giorno, ma non è stato possibile – anche per ragioni tecniche. Invece che votare contro, ci siamo astenuti, perché siamo convinti che non bisogna toccare la 194”.

Successivamente il partito, in una proposta di legge firmata da Stefano Balleari, capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, si propone che siano presenti, in ogni struttura ospedaliera della Liguria in cui sia praticata l’interruzione di gravidanza, degli sportelli “pro vita” gestiti da associazioni di volontariato. Balleari, che afferma di voler rispettare la legge 194, “che non si tocca perché è una legge bellissima”, aggiunge di volerla applicare nella sua interezza e che la proposta di legge sarebbe andata in quella direzione.

Nella legge gli embrioni sono “figli dalla vita nascosta e in pericolo”

Tuttavia non sembra che negli otto articoli di cui è composta la legge si faccia riferimento al supporto economico alle donne indigenti citato a più riprese; nella premessa della proposta è invece scritto che “l’aborto è sempre e comunque una sconfitta”. Il testo si propone di “perseguire anche a livello regionale” l’obiettivo di aiutare le donne e promuovere la vita; con una connotazione chiaramente etica e moralizzante, nel testo gli embrioni vengono definiti come “figli dalla vita nascosta e in pericolo.

Alla forte denatalità” affermano i consiglieri presentando la proposta “si aggiungono le interruzioni di gravidanza volontarie […] le cui cause sono, da un lato, le difficoltà economico-familiari e quelle di ordine psicologico; d’altro lato, lo scadimento del senso del valore della vita umana nella coscienza individuale e sociale.”

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