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Cultura

Il Rione dei Raggiri // RECENSIONE

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Il rione dei raggiri

A chiunque abbia passeggiato tra le strade di Napoli è venuto il dubbio almeno una volta: e se la città avesse davvero qualcosa di magico? Incastrate tra i marciapiedi ci sono decine di leggende e di storie, ci si inciampa spesso e, in certe ore particolari, la realtà sembra farsi quasi più sottile e diventa plausibile l’idea che a tenere insieme la città siano incanti, maledizioni e fantasmi.

Di questo sentimento crepuscolare e misterioso racconta Enzo de Simone nel suo romanzo, “Il Rione dei Raggiri”, un fantasy storico e avventuroso edito da Acheron Books che, rielaborando in una nuova chiave le leggende napoletane, riesce a intrappolare nelle sue pagine l’essenza più autentica della città.

Di cosa parla “Il Rione dei Raggiri”?

Protagonista del romanzo, ambientato nel 1631,  è un orfano, Nello, detto suo malgrado “Nellino”, un ladruncolo diffidente e opportunista che sopravvive tra un furtarello e l’altro cercando la sua occasione.

Un giorno, dopo un rocambolesco inseguimento tra le strade del centro storico, il giovane si ritrova invischiato in una storia dove la realtà cede il passo all’assurdo: incaricato da Giambattista Basile – che sarà autore del celeberrimo “Racconto dei Racconti” – e aiutato da un gruppo di individui dotati di poteri magici molto particolari, dovrà suo malgrado sventare una tragedia disastrosa. Per portare a termine la sua missione, Nello sarà costretto a calarsi nelle viscere della città sotterranea e, soprattutto, a immergersi nelle profondità della propria anima.

Tra sacro e profano, Gatti Mammoni, ingiustizie e malocchi la storia scorre veloce e conduce il lettore al cuore della città, alla sua indole ambivalente e alla sua essenza piena di rabbia e ironia.

L’avrebbe strappata al destino con le unghie, la sua dignità. Fossero pure le unghie nere di Maccus.”

Un fantasy storico dove la leggenda diventa carne

Nella postfazione al suo romanzo, Enzo de Simone descrive la stesura de “Il Rione dei Raggiri” come “una danza tra storia e fiction”. Pur raccontando di vicende fantastiche, l’autore riesce davvero a condurre il lettore in una danza appassionata, svelta e soprattutto divertente che intreccia con maestria la fantasia alla realtà storica del tempo.

Attraverso la personificazione delle leggende e la voce dei suoi personaggi, supereroi scalcagnati e teatrali che trovano nella città partenopea il palco perfetto per recitare la propria parte, l’autore volteggia fino all’anima luminosa e ombrosa di Napoli, facendola scoprire, in una nuova veste, a chi vi ha mai vissuto e strappando più di un sorriso a chi, invece, la conosce bene.

Si tratta di un viaggio avventuroso adatto sia a lettori giovani che a quegli smaliziati divoratori di pagine che cercano un romanzo piacevole, coerente e spiritoso.

Le tragedie, consumate o scampate che siano, restano comunque un’occasione di rinascita.

Tre motivi per leggere “Il Rione dei Raggiri”

1. Per scoprire le leggende partenopee o rileggerle in una nuova veste;

2. per conoscere l’anima di Napoli;

3. per leggere una ricostruzione storica accurata della città nel 1631.

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