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Diritto

Il voto ai 18enni per eleggere il Senato non è più un sogno, ma una solida realtà.

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18enni
articolo di Saveria Russo

Mattarella continua a promulgare anche durante il suo semestre bianco: alle prossime elezioni politiche anche i 18enni potranno votare per il Senato. Ma i 18enni sanno che cosa andranno a votare?

D’ora in poi, tutti i cittadini italiani che avranno compiuto 18 anni, potranno votare non solo i componenti della Camera dei Deputati ma anche quelli del Senato.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha promulgato la legge di riforma costituzionale che prevede il voto ai diciottenni per il Senato. Si tratta, come scritto sul sito del Quirinale, della “modifica all’art. 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l’elezione del Senato della Repubblica”.

Un cambio epocale che porterà ad aumentare i votanti di circa quattro milioni di cittadini, che prima avrebbero dovuto attendere di aver compiuto il 25esimo anno di età per eleggere anche gli onorevoli di Palazzo Madama.

La sottoscrizione di Mattarella arriva adesso perché è scaduto il termine di tre mesi per la richiesta di referendum confermativo, che è previsto in occasione delle leggi Costituzionali.
Il Senato aveva approvato lo scorso luglio la riforma che attribuisce ai 18enni il voto per eleggere il Senato: il testo era stato approvato in via definitiva in data 8 luglio 2021, quando era arrivato il via libera definitivo al Ddl, alla quarta lettura conforme con la Camera (178 sì, 15 no e 30 astenuti). Non essendo stata raggiunta la maggioranza dei due terzi dei componenti, era stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 13 luglio 2021 per consentire l’eventuale richiesta di referendum costituzionale, da parte di un quinto dei membri di ciascuna Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.

Siccome il referendum non è stato richiesto, allora la legge, è stata direttamene promulgata dal Presidente della Repubblica. Caso diverso sarebbe stato se le Camere, in seconda battuta, avessero votato con una maggioranza dei due terzi; in quel caso si sarebbe passati direttamente alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

Sono interessati dalla riforma quasi 4 milioni i giovani tra i 18 e i 24 anni. “Si favorisce così la partecipazione delle nuove generazioni alla vita politica e ci si allinea agli altri Paesi europei”, aveva commentato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà.

Ma cosa succede adesso?

Il principale cambiamento riguarderà l’età per votare in Senato: si andrà alle urne a 18 anni e non più a 25 come prevede l’articolo 58 della Costituzione. Con l’approvazione di questa norma verrà abbassata l’età dell’elettorato attivo per i senatori, che di conseguenza aumenteranno di circa 4 milioni. In questo modo verrà parificata anche l’età minima per votare alle elezioni politiche, che sarà così di 18 anni sia per il Senato che per la Camera dei deputati.

La cosa che però spaventa è: i giovani sanno cosa andranno a votare? Perché abbassare la soglia di età per votare il Senato quando la maggior parte dei giovani non sa nemmeno cosa sia il Senato? Forse, sarebbe necessario affiancare a questa “riforma” una nuova: l’introduzione dello studio dell’educazione civica come materia settimanale fissa, per aiutare i giovani ad avere una coscienza politica e un senso civico attivo.

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