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La fine del mondo: così vengono raccontate le apocalissi nella storia.

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Da dove hanno avuto origine le credenze e le paure su un’eventuale fine del mondo? Questo genere di superstizione non è un tratto peculiare del nostro secolo, ma la distruzione del mondo ad opera di un evento incontrollabile o di un agente superiore è un pensiero che accompagna l’uomo da millenni. Probabilmente fin dalla sua creazione.

Se cercate su Google qualcosa come “failed predictions“, ai primi posti troverete dei siti che cercano di dimostrare come gli odiati scienziati e ambientalisti abbiano previsto più volte che, già in questo decennio, il mondo sarebbe finito. L’obiettivo è come sempre screditare la difesa dell’ambiente in tutte le sue forme, e in particolare quella che ci dettano gli studi climatologici. Questi elenchi, compilati dai negazionisti, selezionano ad arte citazioni apparse sui media e le presentano come se si parlasse di un consenso planetario. Come ci si può fidare dei climatologi se avevano previsto un’era glaciale che non si è verificata?

Che si tratti di pura distruzione, di creazione o di metamorfosi del mondo conosciuto, in ogni epoca della storia umana i nostri antenati si sono preoccupati di anticipare o prevedere la fine del mondo basandosi su testi sacri, osservazioni astronomiche e sull’interpretazione di eventi di origine naturale o umana.

Anche se, nella maggior parte dei casi, si trattava di date spesso ignorate dal volgo e conosciute solo dagli eruditi e dai teologi, in alcuni casi furono annunciate pubblicamente con risultati, potremmo dire, tragicomici.

Il 6 aprile 793, ad esempio, un monaco scatenò il panico a Toledo annunciando pubblicamente che l’ Apocalisse biblica sarebbe iniziata quella stessa notte. Centinaia di persone si prepararono alla fine dei tempi pregando tutta la notte fino all’alba, per poi realizzare che la previsione del monaco era del tutto infondata.

Diamo un’occhiata ripercorrendo alcune delle credenze apocalittiche più conosciute (e non).

634 a.C.: la fine di Roma.

Gli antichi romani credevano che Roma sarebbe stata distrutta nel suo 120° anno dalla fondazione. Il mito era che 12 aquile si sarebbero mostrate a Romolo e alcuni pensatori romani ipotizzarono che ogni aquila rappresentasse 10 anni. Dato che i Romani contavano il tempo dalla fondazione di Roma (ad urbe condita), l’anno 1 corrisponde al 753 a.C., e l’apocalisse venne prevista per il 634 a.C.

389 a.C.: la seconda fine di Roma

Non essendosi verificata l’apocalisse 250 anni prima, ecco che salta fuori un’altra leggenda, sempre legata a Romolo. Questa volta le aquile avrebbero predetto la fine di Roma nel 389 a.C., evento che ovviamente non si verificò.

66-70 d.C.: il ritorno di Cristo per gli Esseni

Gli Esseni credevano che Gesù sarebbe tornato sulla Terra tra il 67 e il 70 d.C., interpretando il conflitto con l’Impero Romano come la battaglia finale raccontata nella Bibbia.

79 d.C.: Pompei

L’eruzione del Vesuvio porta a pensare che sia l’inizio della fine dei tempi citata da Seneca due decenni prima.

II secolo d.C.: il ritorno di Gesù per i Montanisti

I Montanisti, setta della Frigia fondata da Montanus, furono i membri di uno dei primi culti apocalittici cristiani. Credevano che il ritorno di Gesù si sarebbe verificato nel corso delle loro vite e non oltre. Nonostante il Secondo Avvento non si sia mai verificato, il culto durò nel tempo per diversi secoli.

365 d.C.: profezia di Ilario di Poitiers sulla fine del mondo

Il vescovo Ilario di Poitiers annuncia che la fine del mondo sarebbe avvenuta entro la fine dell’anno corrente. Quando la profezia non si realizzò nell’anno stabilito, San Martino di Tours, suo seguace, spostò la data al 400 d.C.

500 d.C.: la seconda venuta di Cristo

Sextus Julius Africanus, teologo romano, affermò che la fine del mondo sarebbe giunta 6.000 anni dopo la creazione del mondo. Dato che, secondo lui, al momento della resurrezione di Cristo erano passati 5531 anni dalla Creazione, la seconda venuta sarebbe stata imminente. Della stessa opinione era Ippolito, vissuto oltre 250 anni prima, e il teologo Ireneo, influenzato dagli scritti di Ippolito.

Anno 1000: la fine del millennio

Allo scattare dell’anno mille, secondo alcune interpretazioni dei Vangeli apocrifi si sarebbe esaurita la vita della cristianità: la data di scadenza dell’uomo era per alcuni fissata al compimento dei mille anni dalla nascita di Cristo. In realtà, buona parte dell’attesa millenaristica fu attribuita al Medioevo dalla storiografia successiva, che attribuendo a quell’età incertezze e superstizioni voleva legittimare un presunto sviluppo culturale successivo.

1347-1352: arriva la Peste

L’ epidemia di peste che colpì l’Europa tra il 1347 e il 1352 fu spesso interpretata come un segnale dell’inizio dell’Apocalisse. Nel tentativo di placare l’ira divina, molte persone praticavano atti di penitenza pubblici, come i flagellanti. Il papa ordinò processioni religiose della durata di interi giorni allo scopo di calmare Dio, processioni che non fecero altro che favorire la diffusione della peste.

2 settembre 1666: il Grande Incendio di Londra

E’ facile immaginare quanto una data che contiene “666” abbia potuto ossessionare teologi e numerologi per anni, se non addirittura decadi. Il mondo della teologia ha osservato con sospetto l’anno 1666 fin dall’inizio del secolo, e quando scoppiò il Grande incendio di Londra il 2 settembre, molti erano convinti che si trattasse della fine dei tempi.

Anno 1806.

Quell’anno nella cittadina di Leeds, in Inghilterra, una gallina prese a deporre uova con la scritta in inglese “christ is coming” (Cristo sta arrivando). Subito nel villaggio si diffuse la voce che la fine del mondo fosse imminente- e che per qualche ragione, dovesse essere annunciata in quel modo. Si scoprì ben presto che si trattava di una burla architettata da Mary Bateman, nota ciarlatana autoproclamatasi chiaroveggente, che dopo aver scritto le profezie reinseriva le uova nell’ovidotto della gallina, alimentando così la popolare superstizione.

14 luglio 1960.

Alle 13:45, per essere precisi, il mondo doveva essere distrutto da un’arma segreta americana. Ne era convinto il pediatra italiano Elio Bianco. Credeva anche che l’apocalisse avrebbe risparmiato solo il Monte Bianco, ovviamente. Con l’aiuto di 45 volontari, ci costruì sopra un’arca, dove una mezza dozzina di famiglie attese la distruzione finale, invano.

31 dicembre 1999.

Non si può dimenticare la prima ventilata Apocalisse di natura tecnologica: all’approssimarsi dell’anno 2000 , il terrore fu disseminato dal Millennium Bug, un potenziale difetto informatico che si rivelò fortunatamente meno grave e diffuso del previsto. Si credeva che poiché la maggior parte dei computer del mondo registra la data con due cifre, i sistemi informatici sarebbero stati mandati in tilt dagli “00” dell’anno nuovo (con una serie di imprevedibili conseguenze a catena).

21 dicembre 2012.

Ve la ricordate la fine del mondo dei Maya? Dopo tutto sono passati meno di 10 anni e siamo ancora qui. Una serie di eventi tra cui la fine del lungo computo del calendario Maya (il 20 dicembre) seguito il giorno successivo solstizio di inverno (unico dettaglio vero) con il Sole allineato con il centro della Via Lattea, un evento che non si ripeteva da 26mila anni, l’arrivo di Nibiru e altre sciagure avrebbero decretato la fine del mondo. Il tutto in grande stile: eruzioni vulcaniche, tsunami, tempeste magnetiche, uragani devastanti, radiazioni dello spazio, la comparsa di un fantomatico pianeta scateneranno l’apocalisse.

Queste sono solo alcune delle tante “credenze”. Quale sarà la prossima?

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