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Nell Ruell va all’inferno // RECENSIONE

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nell ruell va all’inferno

“Scommetti un penny, rilancia di una sterlina.
La posta in gioco?
Sei tu.”

C’è qualcosa di speciale in questo romanzo. Nell Ruell va all’Inferno – primo volume de Il Regno dei Codardi ed esordio di R.J. Driscoll – è una storia che scivola veloce fino all’epilogo ma che, nella sua corsa, sparge semi e mette radici nel cuore di chi la legge. La penna di Driscoll è una piuma, una carezza che tira tra le righe un filo d’oro.

La vera forza di questo romanzo fantasy-steampunk è quella di essere autentico. Driscoll racconta una storia perché ha qualcosa da dire e non solo per il gusto di riempire le pagine – i personaggi di Nell Ruell va all’inferno saranno anche fittizi, ma le loro voci sono reali come la mia che scrivo e come quella di chi mi sta leggendo. Questa storia è la danza di una lingua d’argento che racconta una bugia vera, una favola nera di riscatto e perdono che abbraccia il lettore, chiunque lui sia.

Nell Ruell va all’inferno: di cosa parla?

Cresciuta nei bassifondi della Londra di fine ottocento, la quindicenne Nell Ruell, figlia di un ladro morto sulla forca e di un’attrice in rovina, sa che la vita può essere dura per quelle come lei. Ma, anche se i santi non ascoltano mai le sue preghiere, i diavoli, invece, le rispondono sempre.

A Nell si presenta un’occasione che è ben decisa a non farsi sfuggire: la strega Lady Blackwood le propone un patto che le consentirà di scendere negli abissi dell’inferno per cercare di ottenere ciò che più desidera al mondo – ma il prezzo da pagare per farlo potrebbe essere molto alto.

In un mondo che trae ispirazione tanto da Alice nel Paese delle Meraviglie di Carroll quanto da La Divina Commedia di Dante, tra pagliuzze dorate e intuizioni geniali Nell attraverserà l’inferno e sfiorerà le vite dei dannati che lo abitano. Riuscirà a farsi ascoltare e a ottenere ciò che vuole prima che per lei sia troppo tardi?

Rose e cicatrici

Tutti i personaggi di questo romanzo, dalla protagonista a quelli secondari, sembrano veri, vibranti di vita, e i loro sentimenti – positivi o negativi che siano – travolgono e sconvolgono il lettore. Viene dato spazio a ciascuno di loro, a tutte le loro storie, ai rimpianti, ai rancori e agli amori, al punto che a farne le spese è proprio la povera Nell che, spesso, viene spinta dagli altri personaggi lontano dai riflettori della narrazione.

Jack, Ursula, Janet, Emory, ma anche Agnes, Maud e Lorna: ciascuno ha una storia struggente, ognuno è una cicatrice. Questo romanzo è una rosa e le parole di Driscoll sono spine che si conficcano nella pelle del lettore, e non gli consentono, nemmeno a distanza di mesi, di dimenticare nessuno di loro. Ma i personaggi di Driscoll non hanno il solo pregio di essere ben caratterizzati ed emozionanti, ma anche quello, forse ancora più raro, di essere delle rappresentazioni queer autentiche e mai banali, che non esistono solo per riempire una casella o una quota – un tipo di rappresentazione di cui, soprattutto in Italia, abbiamo molto bisogno.

Perché leggere “Nell Ruell va all’inferno”?

Perché, quindi, leggere Nell Ruell va all’inferno? 

Perché è una storia emozionante e viva, raccontata attraverso personaggi autentici che, dietro la finzione, raccontano la verità. Perché la penna di Driscoll è preziosa e raffinata come le due piume d’oro nello sguardo di Nell e ha tanto da dire. E anche perché, se proprio dovete piangere, il modo migliore per farlo è ripensare, dopo tantissime settimane, ai carlini del dottor Emory Anderson.

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