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Pericoli di un viaggio nel tempo // RECENSIONE

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pericoli di un viaggio nel tempo

Fidati di ciò che hai dentro, non di ciò che sta fuori. Fidati della tua anima, non dello Stato.

Se ti sei mai domandato cosa sarebbe accaduto in 1984 se Winston Smith fosse stato costretto a viaggiare nel tempo, il romanzo di cui ti parlo oggi potrebbe piacerti. In Pericoli di un viaggio nel tempo Joyce Carol Oates ci racconta una storia amara e complessa che, usando la voce di una diciassettenne, ci interroga sulle stesse domande che si era posto Orwell nel suo capolavoro: sono le nostre idee a renderci noi stessi? Forse la libertà ci rende umani? Oppure sono l’amore e nostri ricordi a farlo? E cosa resta, di noi, quando tutto questo ci viene strappato?

Pericoli di un viaggio nel tempo: di cosa parla?

Chi sogna è sempre convinto di essere sveglio, per quanto surreale possa diventare il suo sogno.

A dispetto del titolo, in questo romanzo di viaggi nel tempo si parla davvero poco.

Adriane S. Strohl, protagonista della storia, è una diciassettenne che vive negli SNAR – Stati del Nord America Rifondati, una confederazione che, in nome della sicurezza, imprigiona, punisce e vaporizza tutte le persone considerate potenzialmente pericolose.

Quando scrive delle domande nel suo discorso di fine anno, Adriane attira su di sé l’attenzione della Sicurezza Interna. Dopo essere stata interrogata e torturata, viene condannata a un percorso di riabilitazione che sconterà a Wainscotia Fall, nel Winsconsin… di ottant’anni prima.

Adriane viaggerà quindi nel tempo e si ritroverà a vivere nel 1959. Sola e isolata da tutto ciò che conosce, costretta a usare un falso nome che detesta, dovrà stare attenta: la Sicurezza Interna, le è stato riferito, controlla ogni sua mossa e un passo falso potrebbe esserle fatale. Ma tutto cambia quando, nel corso di Psicologia 101 incontra un giovane assistente, Ira Wolfman…

Tra Orwell e Skinner

Siamo ciò che siamo costretti a essere.

Le risposte che l’autrice offre ai suoi lettori non sono affatto rassicuranti. Questo libro, pur avendo un debito profondissimo nei confronti di 1984, inserisce nell’orrore orwelliano paure nuove e pessimismi più recenti.

Sfruttando le lezioni di psicologia seguite da Adriane e le teorie comportamentiste di Skinner, Joyce Carol Oates riporta le questioni aperte in 1984 al presente e ci mostra un mondo molto più simile al nostro rispetto a quello di cui aveva scritto Orwell, una società tecnologicamente avanzata ma mossa esclusivamente dalla paura e dove il conformismo viene spacciato per uguaglianza.

Anche se Adriane si ribella all’idea che l’ambiente possa plasmarci e che non esista un nucleo immutabile nelle personalità di ciascuno, sembra quasi che l’autrice voglia dimostrarci il contrario, che davvero “siamo ciò che siamo costretti a essere” e che non abbia senso coltivare la speranza.

L’anima è all’interno

Ma la chiave del romanzo è nella frase che i genitori della protagonista le hanno ripetuto tante volte nel corso della sua esistenza: “Guarda ciò che hai dentro, non ciò che sta fuori. L’anima è all’interno”.

Le ultime pagine di questa storia potrebbero gettare nella confusione il lettore – cosa significa quel che ho appena letto? Dov’è la storia d’amore che mi era stata promessa nella quarta di copertina? Era davvero tutto un sogno? – ma in realtà rendono evidente l’unica verità raccontata nel romanzo: per quanto possa essere oppressiva la società in cui viviamo, per quante parti di noi possano stropicciare, strappare, torturare, qualcosa resterà sempre intoccabile, integra e pura.

Non siamo solo il frutto delle interazioni con l’ambiente, non siamo solo piccioni che imparano a giocare a ping-pong come negli esperimenti di Skinner – qualcosa resta sempre solo nostro. Forse sarà sepolto dalla paura, dalle abitudini, sarà persino irraggiungibile alla coscienza, ma quel qualcosa resterà sempre autentico e puro.

L’anima è all’interno, appartiene solo a noi. E quella non potrà vaporizzarla mai nessuno.
E per questo – solo per questo – vale la pena resistere.

Pericoli di un viaggio nel tempo: perché leggerlo?

1. Il romanzo è una reinterpretazione in chiave moderna delle tematiche aperte da Orwell in 1984;

2. Sebbene la tematica dei viaggi nel tempo sia poco sfruttata, è stata utilizzata in modo efficace per isolare la protagonista da tutto ciò che conosce;

3. A dispetto delle apparenze, Pericoli di un viaggio nel tempo affida al lettore un messaggio di speranza e amore.

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