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Presidenzialismo, semipresidenzialismo e premierato: ecco cosa sono.

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Presidenzialismo, semipresidenzialismo e premierato: ecco cosa sono.

La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato le opposizioni per confrontarsi sulle riforme istituzionali. Diversi sono i modelli dei quali si discute. Presidenzialismo, semipresidenzialismo e premierato in particolare.

Prima di capire perché si voglia attuare una riforma, semplicisticamente cerchiamo di fare chiarezza sui tre citati modelli.

Presidenzialismo.

Il presidenzialismo è una forma di governo, in cui il potere esecutivo (cioè chi ha la facoltà di “eseguire”) si concentra nel presidente che è sia il capo dello Stato sia il capo del governo. Si tratta di una forma di democrazia rappresentativa basata sulla separazione dei poteri e sul controllo reciproco. Il potere esecutivo è nelle mani del presidente che, una volta eletto dai cittadini, diventa capo dello Stato e del governo ma non ha la possibilità di sciogliere le camere. Tra i paesi che hanno una sistema presidenziale come non citare gli Stati Uniti.

Semipresidenzialismo.

Nel sistema semipresidenziale (espressione massimo di questo modello è sicuramente la Francia), il presidente della Repubblica viene eletto direttamente dagli elettori e detiene una parte del potere esecutivo, senza sottostare al voto di fiducia da parte dell’assemblea, in condivisione con il primo ministro che deve nominare e può revocare. Premier e governo devono ottenere la fiducia del Parlamento, mentre il capo dello Stato può sciogliere le camere nel rispetto dei limiti costituzionali.

Premierato.

In Italia, come sappiamo, il presidente del Consiglio non viene eletto direttamente dai cittadini. Viene nominato dal presidente della Repubblica sulla base del risultato delle elezioni. La persona individuata decide poi se accettare l’incarico ed eventualmente formare una squadra di ministri, che dovrà giurare di fronte al capo dello Stato e ottenere la fiducia del Parlamento. Il ruolo del presidente del Consiglio ha vari limiti: per esempio, non può revocare i ministri del governo che dirige.

Il termine “premierato” non ha una vera e propria definizione.

Con questo termine ci si riferisce, in maniera molto generica, a varie forme di governo basate sulla legittimazione popolare del primo ministro, cioè il premier. Inoltre, leggendo la Treccani, si parla di premierato forte o debole, a seconda del modo e del grado di autonomia e di supremazia nel rapporto tra governo e Parlamento.

Secondo le intenzioni dichiarate pubblicamente dalla Meloni, sembrerebbe che l’obiettivo della riforma sia solamente quello di dare alla cittadinanza la possibilità di votare direttamente il capo del governo, per creare un “rapporto diretto” con le persone.

Ma la presidente del Consiglio non ha ancora chiarito quali siano i poteri aggiuntivi che lei stessa “aggiungerebbe” al proprio ruolo per evitare le crisi di governo.

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