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Politica

Primarie PD: chi sono i candidati?

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Il 26 febbraio 2023 si terranno le primarie del Partito Democratico. A sfidarsi saranno Stefano Bonaccini, Gianni Cuperlo, Paola De Micheli ed Elly Schlein.

Tra il 3 e il 12 febbraio si terrà il voto nei circoli, dove potranno partecipare soltanto i tesserati: si stima che saranno circa 80.000 gli italiani interessati. Chi avrà la possibilità di votare online, dovrà pre-registrarsi entro il 12 febbraio.

Dopo aver individuato i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti nella prima fase, le primarie si svolgeranno il 26 febbraio, con i delegati che poi proclameranno il nuovo segretario del Partito Democratico durante il Congresso conclusivo.

Paola De Micheli

La prima ad annunciare la sua corsa è stata l’ex ministro Paola De Micheli. La De Micheli si è laureata in scienze politiche alla Cattolica di Milano. Ha iniziato la sua attività da militante nella DC, passando poi per la Margherita e infine il Partito Democratico. È stata manager del Consorzio Cooperativo Conserve Italia. Fu anche presidente e a.d. della cooperativa Agridoro. Il 5 settembre 2019 ha giurato come Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti del nuovo governo Conte. Il mandato al Ministero si è concluso il 13 febbraio 2021. Dal 7 gennaio 2022 è stata responsabile nazionale del Partito Democratico per l’attuazione del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

“Voglio puntare sui militanti – ha dichiarato l’ex ministro annunciando la sua disponibilità – Troppo spesso dimenticati, quando non umiliati, e sulla definizione della nostra identità”.

Stefano Bonaccini

Stefano Bonaccini, è l’attuale presidente dell’Emilia-Romagna. Entrò a far parte del Partito Democratico nel 2007 venendo eletto prima segretario provinciale della sezione modenese del PD e poi, alle elezioni amministrative del 2009, consigliere comunale a Modena. Mantenne l’incarico fino al 2010 quando, passando dalle primarie, divenne segretario regionale del partito in Emilia-Romagna.
Nel 2019 Bonaccini si ricandidò a presidente, riuscendo a vincere contro la sua principale avversaria, la candidata del centrodestra Lucia Borgonzoni.

«Un grande partito popolare e non populista. Che recuperi la vocazione maggioritaria, che non è autosufficienza ma vuol dire rivolgersi a tutto il Paese senza delegare i voti di sinistra al M5S e quelli moderati al Terzo Polo», dichiara come obiettivo Bonaccini e aggiunge «andiamoci a riprendere i voti che abbiamo perso. Le alleanza le facciamo, certo, ma da una posizione di forza e non di subalternità». E ancora. «Oggi non ho mai sentito risuonare la parola impresa. Per me è inconcepibile per una forza progressista e riformista, perché senza impresa non c’è lavoro».

Elly Schlein

Elly Schlein proviene da una famiglia italo-americana. Nata in Svizzera nel 1985 da madre italiana e padre americano, vive a Bologna.
Entrò in giunta e Bonaccini le diede l’incarico di vicepresidente con la delega al Welfare, ruolo rivestito per gli ultimi tre anni.
Due settimane dopo la discesa in campo di Stefano Bonaccini, ha annunciato la sua scelta di correre per la segreteria del Pd.

Durante il tour tra Salerno e Napoli Schlein ha chiesto aiuto proprio ai militanti Pd. «Il voto tra gli iscritti a inizio febbraio qui non sarà certo una passeggiata perché noi non siamo andati in giro a chiedere nulla, né ad offrire posti: per questo dovete dare voi una mano», dice in una gremita sala al museo Filangieri, nel cuore di Forcella. E poi aggiunge: «A noi non serve né un partito degli eletti né un partito delle correnti, ci serve un partito che sia davvero della sua comunità e che sappia ascoltarla su alcune scelte fondamentali, che non abbia paura di consultarla. Un pezzo del gruppo dirigente ha preferito fare altre scelte, di certo io non sono una che offre posti, ma di costruire un posto nuovo». 

Gianni Cuperlo

Sotto la segreteria di Bersani, coordinò il forum centro studi del partito e con Renzi diventò presidente del Pd, anche se si dimise un anno dopo per contrasti con la linea renziana. Fu il pretesto per la nascita di una nuova corrente di cui fu leader: sinistradem. Restò nel Pd confluendo nella corrente di Andrea Orlando. Non si candidò alle elezioni politiche del 2018 ma tornò in Parlamento nel 2022.

«Mi candido per la segreteria. Non mi sostengono potentati ma la consapevolezza che è in gioco l’esistenza del Pd», ha ufficializzato così Gianni Cuperlo la sua candidatura dalle prossime primarie. Poi ha aggiunto: «Il mio timore è che il Pd non regga il peso dei suoi errori e finisca come i socialisti in Francia. Quello sarebbe un danno irreversibile e se vogliamo evitarlo serve che più voci si confrontino. L’alternativa sarebbe l’ennesima conta sui nomi mentre il problema è tornare a pensare al mondo per come è stato stravolto e a una società impoverita non solo nel reddito ma in una domanda di senso. La destra ha vinto cavalcando sofferenze e rabbia. Non la batteremo senza un impianto ideale e culturale solido e credibile».

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