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Riforma della giustizia: via libera del CDM

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È stato approvato dal Consiglio dei Ministri il DDL Nordio, fortemente criticato dall’Associazione nazionale magistrati. La riforma della giustizia è stata dedicata a Silvio Berlusconi da Tajani e ha scatenato forti proteste tra le fila dell’opposizione – ma cosa prevede?

Cosa prevede la riforma della giustizia e cosa dice Nordio

Il DDL Nordio prevederebbe l’abolizione del reato di abuso d’ufficio, l’introduzione di limiti alla pubblicazione delle intercettazioni – nonché alla possibilità di citarle negli atti – e dell’inappellabilità delle sentenze di proscioglimento. Previsto anche un depotenziamento delle misure cautelari: adesso si dovrà avvisare gli interessati almeno cinque giorni prima dell’esistenza di una richiesta di arresto per l’interrogatorio.

Nordio ha difeso la riforma, affermando che in realtà questa non prevederebbe affatto l’abolizione dell’abuso d’ufficio e che non esisterebbe nessun “bavaglio alla stampa”. Tuttavia, di fatto, adesso non potranno più essere pubblicate nemmeno quelle conversazioni che sono citate nelle richieste di misure cautelari del pubblico ministero.

Le parole di giornalisti, magistrati e opposizione

Le critiche delle opposizioni di PD e M5S sono state liquidate dal Guardasigilli, che ha preso la parola dopo Tajani, come reazioni “emotive”; sminuite anche le proteste dell’Associazione nazionale magistrati: “Un magistrato” afferma ancora infatti il Guardasigilli “non può criticare le leggi.” Ma non sono solo opposizioni e magistrati ad aver levato la propria voce: anche l’Ordine dei giornalisti è preoccupato dalla riforma. “Rischia” si legge in una nota “di costituire un ostacolo al diritto dei cittadini di essere informati su eventi di rilevante interesse pubblico”.

Azione si dice a favore della riforma, così  come anche alcuni sindaci del Partito Democratico, e +Europa afferma di vedere dei punti condivisibili nella stessa; Elly Shlein, la segretaria del PD, dichiara di essere preoccupata – a proposito di emotività – del fatto che la morte di Silvio Berlusconi venga utilizzata per dare “spallate a riforme non equilibrate”.

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