La Russia è stata accusata di aver fatto uso di armi chimiche nel conflitto in Ucraina. A sollevare l’allarme sono stati gli Stati Uniti che sostengono che la Russia abbia utilizzato sul campo di battaglia la cloropicrina, un agente chimico soffocante.
La Russia avrebbe usato più volte la cloropicrina
Secondo il Dipartimento di Stato americano, ci sono segnalazioni di casi “non isolati” di utilizzo di armi chimiche da parte delle forze russe, in violazione di una convenzione internazionale che vieta il loro uso. In particolare, la cloropicrina sarebbe stata impiegata per “allontanare le forze ucraine dalle posizioni fortificate”. Si tratta di una sostanza che, tra l’altro, causa irritazione ai polmoni, agli occhi e alla pelle, nonché sintomi come vomito e nausea. Le forze ucraine hanno riferito di aver subito numerosi attacchi chimici negli ultimi mesi, con almeno 500 soldati esposti a gas tossici e un decesso causato dall’inalazione di gas lacrimogeni.
Il Cremlino ha respinto tutte le accuse, definendole “assolutamente infondate e non supportate da nulla”. Gli alleati della Nato, intanto, hanno espresso “profonda preoccupazione” per le recenti “attività maligne” della Russia, sull’onda dei casi recenti che hanno portato all’indagine e all’incriminazione di più individui in Estonia, Germania, Lettonia, Lituania, Polonia, Regno Unito e Repubblica Ceca. Tra gli esempi si citano “disinformazione, sabotaggio, atti di violenza, interferenze informatiche ed elettroniche, campagne di disinformazione e altre operazioni ibride”.
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