L’aumento delle temperature oceaniche sta provocando uno sbiancamento dei coralli senza precedenti che sta portando alla morte di intere porzioni di barriere coralline.
L’opinione della NOAA
Secondo i ricercatori della National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) degli Stati Uniti, lo sbiancamento ha colpito indiscriminatamente l’emisfero settentrionale e meridionale, non risparmiando nessun bacino oceanico.
Dai Caraibi all’Australia, dalle coste brasiliane alle acque del Mar Rosso, nessuna barriera corallina è stata risparmiata dall’impatto devastante della crisi climatica. L’impatto non si limita solo ai coralli, ma si estende a tutte le specie che dipendono da essi, inclusi pesci e crostacei che trovano in essi rifugio e nutrimento.
Le temperature che aumentano hanno provocato lo sbiancamento dei fondali
Lo sbiancamento dei coralli è provocato soprattutto dalla perdita di zooxantelle, microscopici organismi fotosintetici che vivono in simbiosi con loro e che conferiscono loro il colore. Senza queste alghe, i coralli diventano pallidi e vulnerabili alla fame e alle malattie.
Nonostante la gravità della situazione, esistono speranze e soluzioni. Il Noaa ha iniziato valutare lo spostamento dei coralli in acque più fresche o l’installazione di sistemi di ombreggiatura per proteggere le barriere coralline. Queste misure, però, sono solo una soluzione temporanea, la vera chiave per fermare questa crisi sta in una riduzione significativa delle emissioni di gas serra.
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