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Coronavirus

Smart working statale (e non): deve essere garantito il diritto alla disconnessione.

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Sempre più il lavoro in smart working sta diventando preponderante nelle vite dei lavoratori, tant’è che è nata una forma contrattuale per regolamentarlo.                                                                                        Tuttavia, molti parlano di diritto alla disconnessione: quel diritto ad accedere almeno per alcuni momenti della giornata, ad un periodo “off line”.

Pandemia e smart working…

Lo smart working ha coinvolto le vite di tutti e i lavoratori, sia del settore pubblico che nel privato, sempre più spesso si trovano a svolgere diverse mansioni in modalità smart working, ovvero da casa. Indubbiamente questo metodo di lavoro è risultato vantaggioso nel periodo più critico di pandemia, quando i lavoratori difficilmente potevano recarsi sul proprio posto di lavoro.

L’adozione dello smart working ha comportato, quindi, tutta una serie di cambiamenti di abitudini nei lavoratori, tra cui un adeguamento agli strumenti della tecnologia e alla gestione del tempo a casa.

Anche per la pubblica amministrazione è sorta la necessità di adeguarsi alle nuove forme di lavoro da remoto, regolamentando il funzionamento dello smart working attraverso contratti specifici, ed è sorta la necessità di introdurre un nuovo diritto, il diritto alla disconnessione.

Cos’è il diritto alla disconnessione? Perché è utile? Come siamo messi in Italia?

“Per la prima volta nell’ordinamento italiano, si riconosce esplicitamente al dipendente che lavora in modalità smart working il diritto di disconnettersi dalle strumentazioni tecnologiche utilizzate per svolgere la prestazione lavorativa.”

Si tratta di un diritto del tutto nuovo. Recentemente sono state proposte delle vere e proprie linee guida, che regolamentano lo smart working per tutti i lavoratori coinvolti.

Recentemente è stata istituita  per i lavoratori della pubblica amministrazione la possibilità di lavorare in smart working anche al termine dell’emergenza sanitaria, che per il momento è prevista al 31 dicembre 2021.

Lo smart working ha aiutato numerosi lavoratori a continuare a lavorare, svolgendo diverse mansioni da casa, durante la pandemia, ed è emerso anche che questa modalità di lavoro in molti casi è positiva ed efficace per diversi motivi. Per molti lavoratori che si trovano in particolari situazioni familiari, questa modalità di lavoro può essere vantaggiosa.

Inoltre, i lavoratori dipendenti o autonomi hanno recepito numerosi vantaggi in termini di risparmio scegliendo di lavorare da casa. E le aziende hanno notato che garantire ai propri dipendenti qualche giornata in smart working, aiuta anche la produttività.

Cosa vuole attuare il governo

Per la pubblica amministrazione, quindi, in questo periodo si stanno applicando numerose innovazioni, che comportano un cambiamento degli stessi contratti lavorativi dei dipendenti delle PA. Negli ultimi mesi infatti è stato regolamentato il lavoro in smart working per la Pubblica Amministrazione, nella direzione di una maggiore flessibilità del lavoro e dell’applicazione di una digitalizzazione dei sistemi favorevole anche per la semplificazione delle procedure.

Secondo la bozza illustrata da Renato Brunetta, anche il lavoratore pubblico in smart working avrà diritto ad un periodo di riposo consecutivo giornaliero. Questo non inferiore a 11 ore per il recupero delle energie psicofisiche, così come prevede il contratto per il lavoro in presenza.

 “Importante il tema della disconnessione: il lavoratore pubblico in smart working avrà diritto a un periodo di riposo consecutivo giornaliero non inferiore a 11 ore per il recupero delle energie psicofisiche.”

Cosa cambia…

La disconnessione è importante per evitare situazioni in cui il lavoratore, pur da casa, lavori senza uno stop.

Inoltre i permessi lavorativi devono essere gestiti normalmente allo stesso modo di come accade per il lavoro in presenza, senza straordinari.

Il diritto alla disconnessione è una tematica del tutto nuova in Italia, ma già da diversi mesi comunque si parla di introdurre alcune limitazioni per regolamentare lo svolgimento dell’attività in smart working. Si tratta in ogni caso di adeguare le nuove tecnologie e le nuove possibilità legate ad esse alla modalità di lavoro tradizionale in presenza.

Perché è giusto disconnettersi

E’ dimostrato che un impegno che non rispetti i ritmi naturali, può essere pericoloso sul fronte della salute psichica e fisica. I periodi di riposo servono a ricaricare le pile e comportano benefici anche sulla produttività del lavoratore.

Chi se n’è occupato prima di noi?

I primi a occuparsi del tema sono stati i francesi, con la Loi du Travail (legge sul lavoro) del 2016. In questo documento, le aziende con più di 50 dipendenti sono obbligate esplicitamente a prevedere, nell’ambito della contrattazione aziendale, il diritto dei dipendenti a disconnettersi fuori dall’orario di lavoro. Il legislatore, però, ha trascurato di prevedere sanzioni per chi non rispetti la norma.

In Germania, invece, sono state le singole aziende (non tutte) a prendere in mano la situazione, prevedendo la possibilità di spegnere ogni strumento fornito dalla proprietà e non rispondere a messaggi e comunicazioni nei giorni festivi o nei momenti dedicati alla vita privata.

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