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Tra polemiche ed incassi record: qual è il vero senso di Squid Game per Netflix?

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Il fenomeno Squid Game continua a far parlare tutti, sia sui social sia nella vita reale: è davvero così pericoloso? Eppure è sicuramente uno dei progetti più redditizi di Netflix, con un mondo vasto dietro.

“Squid Game” non l’aveva prevista nessuno: la serie sudcoreana su un gioco di sopravvivenza è la più vista al mondo su Netflix, ma per anni nessuno aveva voluto produrla.

Disponibile dal 17 settembre in streaming, la serie ci ha messo infatti davvero poco per diventare la più vista (secondo i dati forniti da Netflix stessa) in gran parte dei paesi, e in molti continua a esserlo.

Sarà senz’altro la nostra serie non in inglese di maggior successoha detto di recente Ted Sarandos, co-amministratore delegato di Netflix “e ci sono buone possibilità che diventi la nostra più grande serie di sempre.”

Le parole degli esperti

Minyoung Kim, che si occupa delle “attività creative” di Netflix nell’area asiatico-pacifica, ha detto ancor più di recente che la serie sta ancora crescendo e che a Netflix non avevano mai visto “qualcosa crescere con questa velocità e in modo così aggressivo.”

Nessuno, a Netflix, aveva infatti previsto o lontanamente anche solo immaginato che Squid Game sarebbe diventata così grande così in fretta: prova ne è il fatto che ancora non è disponibile con doppiaggio italiano, così come anche in altre lingue. Anzi, Hwang Dong-hyuk – che ha pensato, scritto e diretto ognuno dei suoi nove episodi – ha passato quasi un decennio a trovare qualcuno disponibile a produrgliela.

Di certo, però, non si aspettava che potesse diventare la sua serie più vista di sempre. Invece, come detto da Sarandos, ci sono buone possibilità che succeda. Anche senza questo traguardo, ci sono comunque diversi parametri ed esempi per misurare il successo globale della serie: uno sono i 14 miliardi di brevi video con hashtag #SquidGame presenti su TikTok, un altro il fatto che già esiste, grazie a Roblox, una sorta di versione videoludica della serie.

Un altro ancora, con ogni probabilità, si vedrà tra qualche giorno, quando ad Halloween i costumi legati alla serie saranno sicuramente onnipresenti ad ogni festa.

Dal punto di vista di Netflix, un successo di questo tipo è quanto di meglio potesse capitare. Perché si inserisce nella scia di altri successi globali di produzioni locali e lontane da Hollywood (come per esempio La casa di carta). Perché è qualcosa di nuovo, che non trae spunto (perlomeno non direttamente, non a livello di diritti d’autore e proprietà intellettuali) da qualcosa di precedente.

A suo modo, Squid Game crea un nuovo contesto narrativo, che si può aprire a più di un seguito.

Accanto però alle numerose “crtitiche” positive che ne elogiano la scrittura, la recitazione, le scenografie, la rappresentazione umana dei personaggi, sono tantissime le polemiche nate attorno alla serie.

Basti pensare alle numerose petizioni create, soprattutto dai genitori, per far bannare la serie dalla piattaforma streaming, poiché instigherebbe i più piccoli a compiere atti di violenza: ma censurarla non sarebbe la soluzione. I ragazzini troverebbero ugualmente un modo per vederla. Sarebbe necessario un controllo più attento da parte dei genitori: una serie può influenzare i comportamenti ma i videogiochi intrisechi di violenza invece no?

Tre scuole di New Yourk vietano i costumi di ‘Squid Game’ per Halloween a causa del “messaggio violento” .

 

E in Italia?

“Serve un’azione concreta. Il nostro non è un atto censorio, ma risponde alla necessità di far fronte alla sconfitta dei parental control e alla crisi della genitorialità. Una débâcle messa nudo dai social e dalle decine di segnalazioni che gli esperti per la sicurezza digitale delle nuove generazioni hanno raccolto da tutta Italia.”

In Italia  si è arrivati a lanciare una petizione per bloccare la visione di Squid Game. A lanciare la petizione, presente su Change.org, è stata la Fondazione Carolina, la onlus dedicata a Carolina Picchio, prima vittima di cyberbullismo in italia. Molti genitori si sono rivolti alla fondazione preoccupati per la sorte dei propri figli. Inoltre già diverse scuole hanno dato l’allarme di casi di imitazione e violenze tra compagni.

Nel Salento, ad esempio, nell’istituto comprensivo Rina Durante di Melendugno, i bambini giocano durante l’intervallo emulando il meccanismo di Squid Game. La dirigente, Anna Rita Carati, si è mostrata preoccupata in merito a tali avvenimenti. Ha concordato con i docenti che la visione della serie non sia assolutamente adatta ai bambini tra i 3 e i 13 anni.

Il limite di età posto per la fruizione della serie è stato insufficiente e la censura viene valutata come unica soluzione possibile. Per questo motivo la polemica suscitata da Squid Game, dovrebbe essere considerata un campanello d’allarme sul comportamento dei genitori.

Censurare Squid Game sarebbe un errore, anche perchè si tratterebbe di una soluzione momentanea. Infatti, in ogni caso, non si andrebbe a dare una protezione totale ai propri figli da tutte le altre possibili minacce alla loro innocenza.

Ma perché Squid Game piace così tanto?

Ma perché piace così tanto questa serie coreana che racconta di giochi al massacro e di adulti disperati? Perché questa ossessione? Se lo chiedono un po’ tutti, come capita per qualsiasi prodotto culturale che intercetta lo spirito dei tempi e produce numeri globali impressionanti.

La serie si inserisce in quel filone sudcoreano di opere che parlano di ansie economiche, di lotta di classe, temi con una risonanza globale.

Fuori dalla Corea del Sud, quello che utilizza Squid Game è un genere fondato sul meccanismo dei giochi di sopravvivenza. Come Hunger Games e il videogioco Fortnite, che forniscono grandi e spettacolari allegorie sulla vita reale.

Quali sono le sensazioni che sfrutta?

Secondo il giornale americano The Atlantic, questo gioco al massacro piace perché, sotto la superficie violenta e crudele, c’è una visione molto umana delle amicizie, che si formano sì per necessità in quell’inferno distopico, ma non solo “Questi legami rivelano una verità più profonda: il successo individuale è un mito. Nessuno che sopravvive lo fa da solo, ma grazie ai sacrifici degli altri.”

Dunque, ad attirare è un messaggio di speranza “Sotto l’iper-violenza, la serie suggerisce anche che i nostri obblighi verso le altre persone possono essere una fonte di significato, di compassione, e – forse – di salvezza.

A un altro livello, si spiega, “contrapporre l’innocenza dei giochi infantili alla consapevolezza che qualcosa di sadico sta per accadere crea una dissonanza cognitiva che amplifica l’orrore e il senso di impotenza che sentiamo mentre guardiamo.” Questi adulti pieni di debiti si trasformano quindi in bambini, cioè persone che non hanno il controllo delle proprie vite, e questa è la prospettiva che rende Squid Game straziante e diabolicamente efficace. Non solo, ogni gioco infantile contiene una piccola dose di crudeltà. Quando si è bambini, c’è sempre qualcuno tagliato fuori, qualcuno che si troverà senza sedia quando la musica si interrompe.

Squid Game usa questa sensazione angosciante con intelligenza. Che cos’è il parco giochi, sembra chiedere la serie, se non un assaggio dello spietato mondo di oggi?

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