La famiglia di Giulia Galiotto – trentenne uccisa a sassate dal marito Marco Manzini nel 2009 – è stata chiamata a pagare ben seimila euro di tasse sul risarcimento che l’assassino era stato condannato a pagare. Peccato che quel risarcimento non sia mai stato effettuato. “La violenza economica è anche nelle istituzioni” dichiara la madre di Galiotto “che esercitano verso i parenti che chiedono giustizia diritti come quello di ottenere tasse su tutto il risarcimento.”
La risposta dell’Agenzia delle entrate
L’agenzia delle entrate, dopo le polemiche degli scorsi giorni, ha risposto: “Con riferimento agli avvisi di liquidazione notificati per la registrazione dell’ordinanza esecutiva del giudice ciile, l’Agenzia delle entrate desidera in primo luogo manifestare vicinanza e comprensione alla famiglia Galiotto. Pur dovendo, purtroppo, confermare la correttezza del proio operato nel rispetto della normativa vigente in matria di imposta di registro, l’Agenzia si è immediatamente attivata per promuovere un confronto istituzionale con il ministero della Giustizia al fine di verificare l’applicabilà, al caso concreto, dell’istituto della registrazione a debito in base al quale la parte danneggiata viene esonerata dal pagamento.”
L’Agenzia si dice anche disponibile a fornire alla famiglia “tutti gli eventuali chiariment che si dovessero rendere utili“.
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