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1 anno agoon
È finalmente arrivato il terzo e ultimo capitolo di X, la fortunata trilogia slasher-horror di Ti West, MaXXXine: Mia Goth torna a vestire i panni di Maxine ed è più bionda, spietata e splendente di sempre… Ma questo finale rende giustizia agli altri capitoli della serie?
Attenzione: questa recensione contiene SPOILER del primo e del secondo capitolo della trilogia (X – a sexy horror story e Pearl).
Dopo essersi riuscita a salvare dalla furia omicida della vecchia Pearl e di suo marito, Maxine è fuggita dal Texas ed è andata a Hollywood per cercare fortuna. Diventata ormai un nome di punta dell’intrattenimento per adulti, cerca di fare il salto di qualità nel mondo dello spettacolo – “Le donne” dice la protagonista durante un provino “invecchiano come il pane, e non come il vino. E io ho già 33 anni”.
Maxine riesce a ottenere la parte in un film vero, un horror intitolato The Puritan II, ed è al settimo cielo: ma la sua felicità dura poco, perché una serie di omicidi sempre più efferati sconvolge Los Angeles e a morire sono sempre persone legate a lei. Per questo, quando un detective la contatta per minacciarla, Maxine non è stupita e sa che, per salvarsi, potrà contare ancora una volta solo su stessa.
Di cosa parla davvero la trilogia di Ti West? Oltre la storia di Maxine Minx – su cui tornerò tra poco – è indubbio che questi tre film parlino di arte. Cos’è che fa di un film un bel film? Il budget? I grandi nomi? Forse il consenso del pubblico? La moralità della storia che viene raccontata?
No: e Ti West ce lo sta ripetendo sin dalle prime scene di X. Persino un porno, ci diceva nel primo capitolo della trilogia, può essere un bel film; un’esecuzione perfetta, ci ha mostrato in Pearl, non ci assicura di certo che l’opera sia degna di valore. A prescindere da chi tu sia e a quale genere appartenga la storia che stai raccontando, conta una cosa sola: l’amore. Sembra assurdo, a una prima occhiata, trarre questa lezione dalla trilogia di X, ma è proprio così – solo la determinazione e la passione nei confronti della propria arte consente di raggiungere i propri obiettivi (qualsiasi questi siano) e sia Ti West che la sua creatura, Maxine, amano follemente il cinema.
Lo dimostrano le citazioni ai grandi film inserite in MaXXXine attraverso la fotografia, le sceneggiature e persino i dialoghi dei personaggi. Perché Ti West ha scritto questa storia, per trasmetterci una morale, per cambiare il mondo? Assolutamente no: lo ha fatto solo perché ama il cinema, perché ama i film dell’orrore e perché ama Maxine. Tutto qui e tanto basta: la trilogia è una lettera d’amore gore.
In questo capitolo finale ritroviamo Maxine esattamente come l’avevamo lasciata: cocainomane, disinibita, determinata a non accettare una vita che non merita, disposta a tutto per sfondare nel cinema e avere “la sua bella vita”.
Il film scorre veloce, godibile fino alla sua conclusione. Nonostante sia stato un finale piacevole, arricchito da un cast eccezionale, è mancato comunque qualcosa.
Attenzione! SPOILER del film.
Sebbene sia stato bello e catartico vedere in azione questa Maxine spietata, letale e bellissima, da X fino alla fine di MaXXXine il personaggio è cambiato pochissimo. Maxine non ha avuto alcun arco di trasformazione e, per quanto sia una visione, per dirla con le parole di suo padre, forse questo non basta – senza contare la mancata esplorazione della psicologia della protagonista, su cui il trauma della strage sembra aver avuto, tutto sommato, poco effetto, e che quasi non batte ciglio quando scopre che dietro gli omicidi c’è il padre.
Altra nota dolente è proprio il modo in cui è stata affrontata la storia del padre di Maxine. Che fosse un fervente religioso già lo sapevamo, certo, ma perché e come è arrivato a commettere tutti questi omicidi?
Apprezzabilissimo il parallelismo tra X e MaXXXine riguardo il capovolgimento di prospettiva tra “buoni” e “cattivi” – ma, purtroppo, questo non basta a sostenere la trama, che è fin troppo lineare e facile da inovinare.
MaXXXine resta uno dei film horror migliori di quest’anno e nonostante i difetti rimane un finale degno e piacevole perla trilogia di X. D’altro canto ce lo dicono dal 2022: Maxine è speciale, spettacolare, ed è impossibile smettere di guardarla – proprio come un incidente stradale.
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