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Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite apre oggi il confronto sul piano di pace promosso dagli Stati Uniti per la Striscia di Gaza. L’iniziativa, voluta dal presidente Donald Trump, punta a fermare il conflitto e ad avviare una fase di transizione politica e amministrativa.
Il piano prevede la creazione di un organismo di governance provvisoria chiamato Board of Peace. Questo gruppo guiderà la ricostruzione e la gestione civile del territorio per i prossimi due anni. Gli Stati Uniti vogliono che l’organismo coordini gli aiuti, le infrastrutture e le istituzioni locali fino alla nascita di un governo stabile.
La proposta include anche una Forza Internazionale di Stabilizzazione composta da circa 20.000 soldati. Questi militari avranno l’autorizzazione a usare “tutte le misure necessarie” per garantire la sicurezza e sostenere la transizione politica.
Un alto funzionario americano ha dichiarato che Washington vuole procedere rapidamente: “Prima muoviamo le cose, meglio è. Parliamo di settimane, non di mesi”. Lo stesso funzionario ha aggiunto che Russia e Cina presenteranno probabilmente suggerimenti, ma non dovrebbero ostacolare il piano. “Non credo che si opporranno a quello che può diventare il piano di pace più promettente di una generazione”.
Gli Stati Uniti contano sul sostegno di Egitto, Qatar, Arabia Saudita, Turchia e Emirati Arabi Uniti, che considerano il progetto un passo necessario verso la stabilità regionale.
Sul piano diplomatico, Washington prepara un altro annuncio importante. Un nuovo Paese entrerà oggi negli Accordi di Abramo, il progetto di normalizzazione dei rapporti con Israele lanciato da Trump nel 2020. L’inviato speciale americano Steve Witkoff lo ha anticipato durante un incontro a Miami: “Torno a Washington stasera perché annunceremo che un altro Paese si unisce agli Accordi di Abramo”. Witkoff non ha rivelato il nome dello Stato. Tuttavia, secondo Axios, si tratterebbe del Kazakistan. Il presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev incontrerà Trump oggi alla Casa Bianca, un segnale che rafforza questa ipotesi. Con questa adesione, il Kazakistan diventerebbe il primo Paese dell’Asia centrale a stabilire relazioni ufficiali con Israele. L’ingresso amplierebbe il fronte diplomatico avviato con Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Marocco e Sudan, consolidando il ruolo degli Stati Uniti come mediatori nella regione.
Sul fronte nord, la tensione cresce. L’esercito israeliano (IDF) ha diffuso nuovi avvisi ai residenti di tre villaggi del sud del Libano: Taybeh, Tayr Debba e Aita al-Jabal. Le autorità israeliane invitano i civili ad abbandonare immediatamente gli edifici usati da Hezbollah per scopi militari. Il portavoce dell’IDF in lingua araba, Avichay Adraee, ha pubblicato mappe e istruzioni precise. L’esercito chiede ai residenti di allontanarsi di almeno 500 metri dagli obiettivi indicati. Adraee ha spiegato che Hezbollah sta tentando di ricostruire la propria presenza militare nella zona. Israele vuole impedire questi tentativi e ha promesso di reagire contro ogni minaccia. “Agiremo per difendere i nostri confini e proteggere i civili”, ha dichiarato il portavoce.
I recenti sviluppi mostrano un Medio Oriente in pieno movimento. Il piano di pace per Gaza, la possibile adesione del Kazakistan agli Accordi di Abramo e la crescente tensione con Hezbollah si intrecciano in un quadro complesso. Gli Stati Uniti cercano di rilanciare la loro influenza diplomatica, ma la sfida resta enorme. Il successo del Board of Peace dipenderà dalla cooperazione delle fazioni palestinesi e dalla capacità della forza internazionale di garantire sicurezza e stabilità. Parallelamente, la normalizzazione tra Israele e nuovi Paesi musulmani offre a Washington un canale di dialogo regionale più ampio. Tuttavia, il rischio di un nuovo fronte di guerra tra Israele e Hezbollah resta alto e può compromettere qualsiasi progresso politico. Gli Stati Uniti puntano a bilanciare pressione diplomatica e forza militare. Solo se riusciranno a mantenere questo equilibrio, il piano di pace potrà diventare una reale opportunità di stabilità per la regione.
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