Connect with us

la settimana tv

Centri antiviolenza Italia: informazioni e accesso ai servizi

Published

on

Centri antiviolenza Italia

In Italia l’attenzione sul tema della violenza contro le donne è aumentata negli ultimi anni. Il numero elevato di femminicidi ha contribuito ad accendere il dibattito pubblico. Nonostante ciò, resta molta confusione su come chiedere aiuto.
Esistono servizi dedicati, come il numero antiviolenza 1522 e i Centri antiviolenza (CAV), ma molte persone non li conoscono o non sanno come funzionano.

L’indagine Ogilvy

In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Ogilvy ha presentato un’indagine nazionale. La ricerca ha coinvolto donne di diverse età e territori, oltre a operatrici dei Centri antiviolenza.
L’obiettivo era capire quali siano le percezioni, i bisogni e le barriere informative nei percorsi di aiuto. La ricerca offre anche spunti importanti per migliorare la comunicazione su questi temi.

1522: un servizio conosciuto, ma ancora frainteso

Sul piano informativo emergono segnali contrastanti.
Tra il 2023 e il 2024 le chiamate al 1522 sono aumentate del 26%. Anche la conoscenza del servizio è cresciuta del 52%. Le campagne di sensibilizzazione e la cronaca hanno contribuito a questo risultato.
Tuttavia, il 65% delle persone non sa davvero cosa sia il 1522. Tra le donne, quasi la metà non ne conosce le funzioni.

Molte persone lo considerano un numero da chiamare solo in emergenza. Il 70% sa riconoscere almeno una situazione corretta in cui usarlo, come violenza fisica o psicologica. Tuttavia, il 53% delle donne vede il 1522 come un servizio da contattare solo in casi estremi.
Questo limita la sua funzione principale: essere uno spazio di ascolto, prevenzione e orientamento.

Centri antiviolenza: un servizio poco conosciuto

Le stesse difficoltà emergono per i Centri antiviolenza.
Il 67% delle donne dichiara di avere informazioni insufficienti sul loro funzionamento. Molte sanno che offrono ascolto e consulenza gratuita, ma non conoscono l’ampiezza dei servizi disponibili.
Solo il 39% del campione sa che i CAV si occupano anche di violenza psicologica, economica e digitale.

Esiste quindi un’informazione parziale che non riflette la reale struttura di supporto. I CAV sono infatti composti da professioniste che accolgono ogni storia e costruiscono percorsi personalizzati.

Cosa raccontano le operatrici

Dalle testimonianze dei Centri emergono alcuni temi chiave.
Il CAV Casa Pandora di Genova definisce il centro antiviolenza “uno spazio di libertà e di pensiero”. Qui le donne possono fermarsi, riflettere e scegliere.
Anche il Telefono Rosa ricorda che ogni decisione deve rispettare i tempi personali: “Puoi parlare, poi decidi tu. Nessuno sceglie al posto tuo”.

Molte donne non riconoscono subito la violenza, soprattutto quando non ci sono segni fisici. Per questo dal CADMI – Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate – sottolineano l’importanza di far conoscere tutte le forme di violenza. Non è raro che una donna dica: “Non so se sto chiamando il posto giusto. Non so se quello che vivo è abbastanza grave”.

Un divario da colmare

La ricerca Ogilvy mostra una distanza tra ciò che si sa dei servizi e il modo in cui vengono usati.
Per colmare questo divario è necessario migliorare la comunicazione. I servizi non devono essere percepiti solo come strumenti di emergenza. Devono essere riconosciuti come luoghi in cui intraprendere un percorso graduale di consapevolezza e protezione.

Promuovere un’informazione chiara e continua è essenziale. La vera efficacia dei servizi dipende dalla capacità di creare fiducia e facilitare l’accesso ai percorsi di aiuto.

Il ruolo della comunicazione nel cambiamento

La sensibilizzazione pubblica è fondamentale.
Iniziative chiare e inclusive permettono di diffondere consapevolezza e di rendere più accessibili i servizi dedicati alle donne.
La comunicazione può trasformare un’informazione frammentaria in uno strumento di libertà, offrendo supporto concreto a chi decide di uscire dalla violenza.

Potrebbe interessarti anche:

Funerali Ornella Vanoni : l’ultimo saluto alla grande artista

Continua a seguirci su Facebook e scopri gli ultimi aggiornamenti cliccando qui.

Continue Reading
Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Direttore responsabile: Maurizio Cerbone Registrazione al Tribunale di Napoli n.80 del 2009 Editore: Komunitas S.r.l.s. - P.IVA 08189981213 ROC N° 26156 del 25 gennaio 2016