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Cronaca

Difesa di Bossetti potrà visionare foto e tracciati DNA di Yara Gambirasio: passo importante nelle indagini

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Il tribunale di Bergamo ha recentemente disposto che la difesa di Massimo Bossetti, condannato in via definitiva per l’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio, potrà accedere alle copie ad alta risoluzione delle immagini fotografiche e ai tracciati elettroferografici delle analisi del DNA effettuate dal Ris di Parma durante le indagini. Questo dispositivo, firmato martedì, arriva dopo un lungo e complesso iter giudiziario che ha visto numerosi ricorsi e decisioni contrastanti.

Già nel novembre 2019 la Corte d’Assise aveva autorizzato la possibilità di rianalizzare i reperti da parte della difesa, ma la successiva decisione della Cassazione, nel maggio 2023, aveva rigettato la richiesta di eseguire nuove analisi, consentendo però alla difesa solo di visionare i materiali. Nel novembre 2023 i legali di Bossetti avevano nuovamente fatto ricorso per ottenere l’accesso alle analisi, ma nel febbraio e maggio del 2024 la Cassazione ha dichiarato inammissibili tali richieste, limitando l’accesso ai soli materiali visivi e ai tracciati. Il dispositivo del tribunale di Bergamo concretizza dunque questa posizione, consentendo alla difesa di esaminare il materiale ma non di procedere a ulteriori test.

Le immagini ad alta risoluzione e i tracciati elettroferografici saranno analizzati dal consulente incaricato dalla difesa, Marzio Capra, noto anche per aver seguito la famiglia di Chiara Poggi. Questo esame potrebbe offrire nuovi spunti nella vicenda, che resta una delle più controverse e seguite nel panorama giudiziario italiano.

Le indagini della Procura di Bergamo, svolte con il supporto del Ris di Parma, avevano confrontato oltre venticinquemila profili genetici per identificare la traccia di DNA mista ‘31-G20’ trovata sugli indumenti intimi di Yara Gambirasio. Questa traccia, contenente sia il DNA della vittima sia quello del suo assassino, inizialmente era stata classificata come ‘Ignoto 1’ e solo successivamente, a seguito dell’arresto di Bossetti il 16 giugno 2014, identificata come corrispondente al suo profilo genetico nucleare.

La prova genetica è stata finora il cardine della condanna all’ergastolo di Bossetti, condanna confermata in tutti e tre i gradi di giudizio, inclusa la sentenza definitiva della Cassazione del 12 ottobre 2018. Nonostante ciò, Bossetti ha sempre proclamato la sua innocenza, e la difesa continua a chiedere di poter effettuare nuove analisi sui reperti, tesi però respinta dalla Suprema Corte.

Questo nuovo accesso al materiale scientifico rappresenta un passaggio significativo per la difesa, che potrà finalmente approfondire ulteriormente i dettagli delle prove presentate in giudizio, anche se non potrà procedere con nuove perizie. Resta alta l’attenzione su uno dei casi di cronaca giudiziaria più seguiti e controversi degli ultimi anni, che continua a far discutere in Italia.

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