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Cronaca

Elena, la ragazza dimenticata: morta a 26 anni in carcere, al funerale nessuno della famiglia

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Lo scorso 7 settembre, Elena, una ragazza di soli 26 anni, si è tolta la vita nella sua cella a Sollicciano, il carcere fiorentino. Sul tavolino ha lasciato un semplice biglietto: “Elena vi saluta.”

Quando, pochi giorni dopo, si è celebrato il funerale, nessun parente era presente. Alla cerimonia hanno partecipato solo il cappellano del carcere, due avvocati e alcuni volontari e operatori sociali: in tutto otto persone.

Chi era Elena?

Originaria della Romania, Elena Gurgu aveva lasciato il suo Paese a soli 14 anni e aveva iniziato a vagare tra diversi Stati europei, fino ad arrivare in Italia. Presto si era trovata coinvolta in contesti di sfruttamento e marginalità: strada, piccoli reati, consumo di droga.

Durante l’adolescenza aveva vissuto in diverse strutture protette e in un carcere minorile, affrontando esperienze segnate da abbandono e fragilità.

Nel 2023 Elena è stata arrestata per una rapina a Firenze: la vittima, un uomo di 91 anni, cadde rimanendo in coma. Condannata a quattro anni e otto mesi con rito abbreviato, ha iniziato a scontare la pena a Sollicciano.

In carcere appariva spesso malinconica e isolata. Secondo chi l’aveva conosciuta, temeva il futuro e si sentiva rifiutata da tutti.

Un addio nel silenzio

Il 7 settembre ha compiuto il tragico gesto. La giovane ha lasciato un biglietto con poche parole: un saluto, l’ultima testimonianza della sua esistenza.

Le autorità romene hanno tentato di contattare i familiari, ma nessuno ha risposto. Al cimitero di Trespiano, a Firenze, la bara è rimasta sola: senza fiori, senza fotografie, senza parenti.

Era fragile, ma dentro di lei c’era una dolcezza che cercava di sopravvivere”, ha ricordato una delle sue avvocate. “Il carcere non può diventare un luogo dove si muore nel silenzio.”

Elena è la sessantesima persona a togliersi la vita in carcere in Italia dall’inizio dell’anno e la seconda nel penitenziario di Sollicciano. La sua storia racconta la vicenda di una donna invisibile, abbandonata al suo destino e intrappolata in una rete di solitudine e isolamento.

Il suo ultimo messaggio, “vi saluta”, resta un grido rimasto inascoltato, simbolo della fragilità estrema di chi vive ai margini, dentro e fuori le sbarre.

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