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La premier Giorgia Meloni ha reagito con forza alla decisione della Corte dei Conti di non registrare la delibera del CIPESS relativa al Ponte sullo Stretto di Messina. Secondo la leader del Governo, si tratta dell’ennesimo atto di “invasione della giurisdizione” sulle scelte del Parlamento e dell’Esecutivo. La vicenda conferma il clima di tensione tra poteri dello Stato e segna un momento chiave per le riforme istituzionali in corso.
Dal punto di vista tecnico, i ministeri competenti e la Presidenza del Consiglio hanno risposto a tutti i rilievi sollevati dalla Corte dei Conti. Meloni ha definito capziose alcune delle osservazioni, sottolineando che anche la trasmissione digitale di documenti tramite link sarebbe stata contestata. Il Governo conferma così la volontà di portare avanti il progetto del Ponte sullo Stretto, considerato strategico per la crescita infrastrutturale e la modernizzazione del Paese.
Per limitare quello che definisce un abuso di potere, Meloni punta sulle riforme della Corte dei Conti e della giustizia, attualmente in discussione al Senato e prossime all’approvazione. Secondo il Governo, queste riforme definiscono meglio i limiti dei magistrati contabili e riducono le possibilità di interferenze sulle decisioni politiche e amministrative. L’obiettivo è garantire efficienza e trasparenza senza ostacolare i progetti strategici dello Stato, come il Ponte sullo Stretto.
Meloni ha ribadito che “i magistrati non fermeranno l’azione del Governo”, confermando l’impegno a realizzare il Ponte sullo Stretto di Messina. La vicenda sottolinea l’importanza di un equilibrio tra controllo dei magistrati e autonomia del Governo, e fa emergere il ruolo simbolico del ponte come opera infrastrutturale fondamentale. La premier ha poi ricordato che il sostegno del Parlamento è totale, rendendo chiaro che il progetto proseguirà nonostante le critiche della magistratura contabile.
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