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Mutui prima casa: niente matrimonio, niente garanzie

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Mutui prima casa: l’emendamento proposto da Forza Italia alla Manovra ridefinisce i criteri di accesso al Fondo di garanzia per i mutui sulla prima casa. In sintesi le coppie giovani restano beneficiarie ma devono avere meno di 30 anni e un progetto di matrimonio. Tra le proposte di modifica c’è infatti anche questa a firma dei deputati di Forza Italia Roberto Pella e Francesco Cannizzaro.

Chi sceglie la convivenza, chi non crede nel matrimonio o semplicemente non può permetterselo rischia di essere tagliato fuori  dai mutui agevolati per la prima casa. Una scelta che, almeno nelle intenzioni, punta a rilanciare matrimoni e natalità, ma che rischia di penalizzare una fetta consistente di giovani che non può, o non vuole sposarsi. Attualmente, la garanzia copre il 50% della quota capitale del mutuo ed è riservata a tutti gli under 36, alle giovani coppie conviventi da almeno due anni, alle famiglie monoparentali e ai nuclei con figli minorenni. 

Mutui prima casa: scelta di crescita o un limite?

In un’Italia dove i giovani faticano a raggiungere l’indipendenza economica, legare un’agevolazione così importante come quella per i mutui al vincolo matrimoniale appare quantomeno problematico.

Il matrimonio, oggi, non è più considerato un passaggio obbligato, ma una scelta personale e spesso subordinata a considerazioni pratiche ed economiche. Chi sceglie la convivenza o semplicemente non può permetterselo rischia quindi di essere tagliato fuori. D’altronde non è un segreto che sposarsi, tra burocrazia e costi, non sia per tutti. Oltre a tagliar fuori giovani single, persone in relazioni informali o chi semplicemente non crede nel matrimonio. Nell’Italia di oggi la proposta di Forza Italia potrebbe, paradossalmente, ottenere l’effetto opposto a quello desiderato.

Il Fondo di garanzia per i mutui sulla prima casa, istituito presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze nel dicembre del 2013 durante il governo Letta, e gestito da Consap, la società in house del ministero dell’Economia e delle Finanze, ha in dotazione 130 milioni per il prossimo anno e 270 per ciascuno dei due anni successivi. Per un totale di 670 milioni di euro, il fondo è stato rifinanziato in Manovra e prolungato fino al 2027. Restano Polemiche, dubbi e critiche: l’emendamento solleva dubbi per la sua natura discriminatoria, rischiando come detto di penalizzare i giovani che non intendono sposarsi o non hanno le risorse per farlo, limitando così le opportunità di accesso al mutuo per molti.

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