L’Agenzia delle Entrate invia seimila euro di tasse alla famiglia di Giulia Galiotto per un risarcimento definito con sentenza mai arrivato.
Seimila euro di tasse
Una richiesta che ha inasprito ancor di più una ferita di per sé già dolorante, la richiesta — da parte dell’Agenzia delle Entrate — di sei mila euro per tasse da pagare in riferimento ad un risarcimento di un milione e 200mila euro. Soldi che avrebbe dovuto versare l’assassino di Giulia Galiotto, così come stabilito da una sentenza definitiva, ma che non sono mai giunti alla famiglia della giovane donna: “Una violenza economica da parte delle Istituzioni”, ha dichiarato la madre.
La famiglia ha prontamente presentato ricorso avverso la richiesta: “I soldi, per fortuna, non sono il nostro problema — ha chiarito la mamma di Giulia, attiva da anni nell’opera di sensibilizzazione circa la violenza di genere — Ma molte donne svantaggiate dal punto di vista economico non affrontano percorsi giudiziari come il nostro e rinunciano al risarcimento, proprio per il rischio di trovarsi in questa situazione“.
Nessuna notizia
Una tragedia che scosse l’intera comunità di San Michele dei Mucchietti, in provincia di Modena. Giulia, uccisa a colpi di pietra dal marito. L’uomo è stato poi condannato a 19 anni di carcere e a risarcire la famiglia della trentenne. Tuttavia, nel 2022 ha ottenuto la semilibertà, tornando a piede libero lo scorso anno.
“Negli ultimi tre anni era stato soggetto alla messa alla prova ai servizi sociali in regime di semilibertà e gli era stato dato un impegno a tempo pieno e con un contratto a termine in un’azienda reggiana, dove svolgeva un lavoro analogo a quello che aveva prima dell’arresto— racconta Giovanna Ferrari, la madre di Giulia —. Avevamo ottenuto il pignoramento di un quinto dello stipendio che percepiva. Alla fine dello scorso luglio, da quando è un uomo libero, si è licenziato. Ad oggi non sappiamo se e dove lavori“.
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