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3 giorni agoon
Durante un incontro nello Studio Ovale con il primo ministro australiano Anthony Albanese, l’ex presidente americano Donald Trump ha espresso fiducia nella possibilità di raggiungere un accordo per fermare la guerra in Ucraina. Alla domanda di un giornalista se sperasse nella fine del conflitto, Trump ha risposto: «Penso che ci arriveremo». Ha poi spiegato che sono in corso contatti e tentativi per definire una possibile intesa tra le parti. Trump ha aggiunto: «Stiamo cercando di fare un accordo sull’Ucraina. Siamo sulla buona strada».
Tuttavia, ha avvertito che se le trattative non dovessero avere successo, «molte persone pagheranno un grande prezzo».
L’ex presidente ha sottolineato che la priorità resta evitare ulteriori vittime e danni. Commentando la situazione militare, Trump ha detto che «l’Ucraina potrebbe ancora vincere, ma non credo che ci riuscirà». Ha aggiunto che «qualsiasi cosa può ancora accadere», lasciando intendere che la situazione resta imprevedibile. Le sue parole hanno attirato l’attenzione dei leader internazionali, che leggono in queste dichiarazioni una possibile apertura verso la diplomazia.
Nel frattempo, il ministro degli Esteri bulgaro Georg Georgiev ha dichiarato che la Bulgaria è pronta a fornire un corridoio aereo a Vladimir Putin per consentirgli di raggiungere Budapest e incontrare Donald Trump. La dichiarazione è arrivata a margine del Consiglio Affari Esteri dell’Unione Europea a Lussemburgo. Georgiev ha spiegato che, se un incontro tra i due leader potesse contribuire a raggiungere la pace, «sarebbe logico usare tutti i canali possibili». Alla domanda se questo significasse un’autorizzazione formale al sorvolo, il ministro ha risposto: «E in quale altro modo si potrebbe tenere l’incontro, se uno dei partecipanti non può arrivarci?».
Le sue parole mostrano la volontà di Sofia di sostenere ogni iniziativa utile a fermare la guerra.
Parallelamente, i ministri dell’Energia dell’Unione Europea hanno approvato la proposta della Commissione Europea per interrompere gradualmente l’importazione di gas e GNL russi.
Il piano si articola in tre fasi:
Solo Ungheria e Slovacchia hanno votato contro, temendo ripercussioni economiche.
Gli altri Stati membri hanno sostenuto la misura, considerandola un passo decisivo verso l’indipendenza energetica europea. Nel complesso, la giornata politica è stata segnata da segnali di apertura diplomatica e da decisioni economiche di rilievo. Gli sviluppi mostrano come la pace in Ucraina e la sicurezza energetica europea restino due questioni strettamente legate.
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