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Taglio Irpef 2025: più benefici per i redditi alti

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Il Taglio Irpef 2025 favorisce soprattutto i redditi più alti

Il taglio dell’Irpef, pensato per sostenere il ceto medio, mostra effetti maggiori sui redditi più elevati. Le ultime audizioni parlamentari hanno evidenziato le criticità di una delle misure più rilevanti della manovra economica.

Secondo la Banca d’Italia, la misura incide poco sulla disuguaglianza dei redditi. Sulla stessa linea si collocano Corte dei Conti, Istat e Upb.

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, respinge le critiche e sottolinea la tutela dei redditi medi, rivendicando il rigore della gestione dei conti pubblici.

Chi beneficia davvero del Taglio Irpef 2025

Gli istituti analizzati hanno fornito dati chiari. Il taglio di due punti sulla seconda aliquota Irpef (per redditi da 28.000 a 50.000 euro) riguarda circa 13 milioni di contribuenti, ovvero il 30% del totale.

L’effetto medio annuo è di circa 230 euro, ma i benefici maggiori ricadono sulle fasce più alte.

  • Istat: oltre l’85% delle risorse va ai quintili più ricchi della distribuzione del reddito.

  • Corte dei Conti: massimo beneficio per chi guadagna tra 50.000 e 200.000 euro.

  • Upb: beneficio medio annuo di 408 euro per dirigenti, 123 per impiegati, 23 per operai, 124 per autonomi e 55 per pensionati.

La Banca d’Italia osserva che le misure a sostegno delle famiglie non modificano in modo significativo la disuguaglianza del reddito disponibile. Tra il 2019 e il 2023, il potere d’acquisto delle famiglie è calato del 10%, recuperato solo parzialmente di 3 punti.

La difesa del governo

Il ministro Giorgetti sostiene che il taglio Irpef tutela i contribuenti con redditi medi. Rivendica il lavoro svolto negli ultimi tre anni, definendo gli interventi “equilibrati” e volti a rispettare i vincoli di bilancio e i parametri europei.

Riguardo al fiscal drag, Giorgetti afferma che i redditi più bassi sono stati tutelati fino a 35.000 euro. Il governo sottolinea inoltre lo sforzo compiuto sulla sanità e sull’efficientamento della spesa pubblica.

Misure su dividendi, affitti e rottamazione

  • Dividendi: si sta lavorando a una soluzione.

  • Affitti brevi: aumento della cedolare secca dal 21% al 26%, possibile incentivo a locazioni non dichiarate, secondo Corte dei Conti.

  • Rottamazione: la nuova definizione agevolata limita l’accesso ai soli omessi versamenti e rischia di ridurre la compliance fiscale.

Banca d’Italia sottolinea che la rottamazione comporterebbe una perdita di gettito stimata in 1,5 miliardi nel 2026 e 0,5 miliardi nei due anni successivi.

La posizione delle opposizioni e dei sindacati

Le opposizioni attaccano la manovra:

  • Elly Schlein (PD): “Una manovra senza visione e ostile”.

  • Giuseppe Conte (M5S): “Con Meloni il paese è alla rovescia”.

La Cgil ha convocato per domani a Firenze l’assemblea dei delegati, valutando anche l’eventualità di uno sciopero generale.

Istat: la maggior parte delle risorse va ai redditi alti

Secondo il presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli, il taglio Irpef coinvolge poco più di 14 milioni di contribuenti, con un beneficio medio di 230 euro.

Ordinando le famiglie per reddito disponibile, emerge che oltre l’85% delle risorse va ai quintili più ricchi.

  • Guadagno medio per il primo quintile: 102 euro

  • Guadagno medio per l’ultimo quintile: 411 euro

In tutte le fasce, la variazione sul reddito familiare resta inferiore all’1%.

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