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Violenza sessuale su una sedicenne: svolta dopo mesi

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Svolta nelle indagini, coordinate dalla sostituto procuratrice dei minori, Caterina Sallusti, e dal sostituto procuratore di Rimini, Davide Ercolani: a tre mesi di distanza, grazie all’esame del DNA, sono stati indagati due giovani di 17 e 18 anni, ora accusati di aver violentato una sedicenne.

Ad agosto era stata proprio la 16enne ad aver chiamato il 113 per chiedere aiuto. La ragazza ha raccontato che, dopo aver incontrato due ragazzi conosciuti sui social per una prestazione sessuale a pagamento, questi l’avrebbero minacciata e violentata, per poi abbandonarla di notte in strada.

La svolta dopo mesi

A tre mesi di distanza, i carabinieri del comando provinciale di Rimini, dopo i riscontri forniti dal DNA, hanno dato esecuzione a due misure cautelari nei confronti di due giovanissimi indagati per violenza sessuale di gruppo, aggravata dall’uso di sostanze stupefacenti, su una ragazza di 16 anni, lesioni personali e spaccio. Gli accusati sono un neo diciottenne e un 17enne residenti a Fano (Pesaro-Urbino).

L’ordinanza di misura cautelare in carcere per il maggiorenne è stata firmata dalla gip Raffaella Ceccarelli di Rimini, mentre quella per il minore dal gip del Tribunale dei Minori. I due ragazzi, difesi dagli avvocati Giulia Gentili del Foro di Pesaro e Alberto Poli del Foro di Treviso, verranno sentiti in interrogatorio di garanzia.

Le indagini

Sebbene la visita specialistica in ospedale a cui è stata sottoposta la sedicenne avevano evidenziato lesioni compatibili con una violenza sessuale di gruppo, non è stato facile per gli investigatori individuare i responsabili – anche perché la minore ricordava solo di essere salita in auto con due uomini.

Le indagini dei carabinieri sono partite dall’acquisizione delle registrazioni di tutte le telecamere della zona in cui la ragazza era stata lasciata in strada. I militari dell’Arma sono riusciti così a risalire all’autovettura utilizzata dai presunti aggressori e l’itinerario del veicolo.

Quando i profili analizzati dai carabinieri del Ris di Parma hanno confermato la compatibilità pressoché totale tra i profili genetici per i due ragazzi e le tracce biologiche rilevate, sono scattate le manette.

I carabinieri di Rimini hanno così eseguito i due provvedimenti di custodia cautelare in carcere, emessi dal Tribunale dei minorenni di Bologna.

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