Una storia raccapricciante quella che arriva dall’Australia, dove un’influencer di trentaquattro anni ha avvelenato la figlioletta di un anno, portandola a subire più operazioni al cervello, al solo scopo di guadagnare visibilità sui social e a ottenere denaro per le sue cure.
Tortura, sfruttamento minorile e frode: le accuse all’influencer
Sono numerosi i capi d’accusa che pendono su questa madre del Queensland: cinque per somministraione di veleno, tre per reati con oggetti pericolosi e uno per tortura, sfruttamento minorile e frode.
Le torture sarebbero durate almeno due mesi. Secondo l’accusa la trentaquattrenne – il cui nome è rimasto celato per proteggere l’identità della piccola – avrebbe somministrato alcuni medicinali alla figlia, arrivando ad avvelenarla e a causarle gravi danni fisici al solo scopo di mostrare la figlia in video sui social per ottenere attenzioni e denaro. I maltrattamenti sarebbero proseguiti persino in ospedale, spostando il sondino naso-gastrico della piccola – arrivata a versare in uno stato d’incoscienza – e usando una siringa.
La bambina ha un tumore cerebrale
La bambina soffriva sin dalla nascita di alcune patologie, tra cui un tumore cerebrale, ma il trattamento farmacologico che le era stato inizialmente prescritto era stato poi sospeso in quanto il team medico che la seguiva sospettava potesse causarle ulteriori e peggiori sintomi. La madre, tuttavia, aveva ancora la prescrizione medica e così avrebbe continuato a comprare i medicinali e a somministrarli alla bambina, aggravando le sue condizioni.
L’accusa sostiene che la madre abbia somministrato “non una, non due, ma tre volte” la medicina alla piccola pur vedendone gli effetti nefasti e che la bambina non avrebbe subito le operazioni al cervello se la donna non avesse agito in questo modo.
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