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3 settimane agoon
La Global Sumud Flotilla parte verso Gaza. Ma Israele minaccia di arrestare tutti gli attivisti con l’accusa di terrorismo. Tony Lapicirella afferma che non si lasceranno intimorire.
Il gruppo umanitario diretto a Gaza ha lasciato il porto di Barcellona ieri a bordo della Global Sumud Flotilla. Si tratta di una flotta organizzata da associazioni civili, il cui scopo è quello di superare il blocco navale imposto da Israele attorno la Striscia di Gaza. Sono 44 i Paesi coinvolti nella spedizione, tra cui l’Italia.
Diversi personaggi pubblici hanno promosso l’iniziativa. Tra i vari nomi possiamo citare il fumettista Zerocalcare, lo storico Alessandro Barbero e diversi attori, tra quali spiccano i nomi noti di Michele Riondino, Elena Sofia Ricci, Claudio Santamaria e molti altri. A bordo della nave sono presenti 300 attivisti, compresa Greta Thunberg e l’attore irlandese Liam Cunningham, noto per il suo ruolo di Sir Davos nella serie Il Trono di Spade.
Nelle ultime ore il ministro israeliano Itamar Ben-Gvir ha presentato un piano al governo per fermare la flotta. Stando alle sue dichiarazioni, tutti gli attivisti verranno trattenuti in detenzione prolungata nelle prigioni israeliane di Ketziot e Damon, privi di qualsiasi comfort.
La Corte Internazionale di Giustizia stabilisce che nessuno può ostacolare aiuti umanitari a Gaza, dunque le dichiarazioni di Ben Gvir violerebbero la sentenza della Corte.
A bordo della flotta è presente anche l’italiano Tony Lapiccirella che dichiara: “Israele esprime il picco della violenza della macchina occidentale; e l’uso delle leggi antiterrorismo per delegittimare noi e mascherare la loro violenza non è altro che quello che succede in Europa per esempio con Palestine Action considerato terrorista dall’Inghilterra. In Israele questo è evidente all’ennesima potenza, in maniera quasi caricaturale, e smaschera l’uso che si fa della legge antiterrorismo contro i movimenti sociali. Il ministro Ben Gvir crea un piano volto a fermarci, inventato all’ultimo secondo. Probabilmente gli fa scomodo pensare che tutto il mondo voglia raggiungere Gaza e ovviamente vuole spaventarci. Ma noi andiamo avanti, sicuri di avere dalla nostra parte il rispetto della legge internazionale”.
Anche i portuali genovesi hanno espresso la loro solidarietà alla missione: “Dopo aver raccolto gli aiuti per Gaza, ora arriva la parte difficile. Intorno a metà settembre queste barche arriveranno vicino alle coste di Gaza, nella zona critica. Se anche solo per 20 minuti perdiamo il contatto con le nostre barche, noi blocchiamo tutta l’Europa, dal Porto di Genova non uscirà più nulla […] Vogliamo dimostrare che il porto di Genova è un porto civile e non di guerra. Vogliamo mandare il segnale che non solo blocchiamo armamenti, ma portiamo anche fisicamente aiuti alla popolazione palestinese“.
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