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Cosa c’è dietro all’aumento delle bollette e quanto pagheremo davvero in piu

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La bolletta elettrica il prossimo trimestre aumenta del 40%. Le parole di Cingolani hanno fatto rumore, ma non sono certo un fulmine a ciel sereno. Il prezzo del gas aumenta a livello internazionale ormai da mesi. Si ipotizza una stangata da 247 euro a famiglia. Cosa può fare il governo contro l’aumento delle bollette?  Le parole del ministro Cingolani a un convegno della Cgil ieri hanno fatto rumore: le bollette nell’ultimo trimestre del 2021: aumenteranno”del 40%’Lo scorso trimestre la bolletta elettrica è aumentata del 20%, il prossimo trimestre aumenta del 40%, queste cose vanno dette, abbiamo il dovere di affrontarle. “Succede – ha detto – perché il prezzo del gas a livello internazionale aumenta, succede perché aumenta anche il prezzo della CO2 prodotta”.

Tante le reazioni dal mondo politico, e in serata sono arrivate alcune precisazioni dal ministro stesso: “I dati tendenziali sugli aumenti dei costi dell’energia sono noti e monitorati da tempo dagli addetti ai lavori: le variazioni delle bollette sono stabilite ogni trimestre dall’autorità per l’energia sulla base del costo delle materie prime come il gas e dal costo della CO2”, sottolinea il ministro della Transizione ecologica. “Il governo è fortemente impegnato per la mitigazione dei costi delle bollette dovuti a queste congiunture internazionali e per fare in modo che la transizione verso le energie più sostenibili sia rapida e non penalizzi le famiglie”, conclude il ministro.

Cisl: “Inaccettabile aumento bollette, governo intervenga”

“E’ inaccettabile la previsione di aumento delle tariffe elettriche annunciata oggi dal ministro Cingolani. Dopo un anno di prezzi bassissimi delle materie prime, a partire dal greggio, le quotazioni stanno tornando ai livelli pre-pandemia ma questo non legittima aumenti delle tariffe che sarebbero insopportabili e ingiustificabili visto che le tariffe stesse non hanno mai risentito in positivo del periodo di down”, sottolinea il segretario confederale Cisl, Giulio Romani. “Il rialzo delle bollette del 40%, che dovrebbe seguire i già elevati aumenti recenti, deve essere messo sotto controllo dal Governo che non può consentire una così grave perdita di potere di acquisto per i cittadini e, in particolare, per i lavoratori per i quali anche i tanti recenti rinnovi contrattuali potrebbero diventare inadeguati se vi fosse un’impennata di tutti i prezzi che potrebbe far seguito a quello dell’energia”, aggiunge Romani. “Il rischio di una ripresa dell’inflazione, che potrebbe essere devastante anche per i conti pubblici se coincidesse con una ripresa dei tassi di interesse – conclude il sindacalista – rende ancor più evidente la necessità di aprire urgentemente un confronto per un nuovo patto sociale che metta al centro il lavoro, i salari e le tutele dei lavoratori per non vanificare gli effetti positivi che auspichiamo possano venire dagli investimenti previsti dal Pnrr”, conclude Romani.

Le reazioni del mondo politico

“Il Ministro Cingolani conferma ciò che stiamo dicendo da giorni: da ottobre le bollette elettriche in aumento del 40%. E questa cosa è inaccettabile”, commenta il responsabile nazionale economia di Sinistra Italiana Giovanni Paglia. “Il governo deve intervenire immediatamente – prosegue l’esponente della segreteria nazionale di SI – su IVA e accise, e poi convocare Enel e gli altri operatori per ridurre tariffe e profitti. Le famiglie italiane – conclude Paglia – hanno già dato”.

“Cingolani non è un amministratore di condominio ma un ministro, non si limiti a denunciare una cosa che peraltro già in pochi denunciavamo nei giorni scorsi, si attivi insieme al governo per evitare una stangata insopportabile per le famiglie del nostro Paese” dice sempre da Sinistra Italiana Nicola Fratoianni.

“Un aumento della bolletta elettrica del 40 per cento nel prossimo trimestre sarebbe una stangata insostenibile per famiglie e imprese, oltre che un freno per la ripresa economica – dice la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini – Il ministro Cingolani ha correttamente lanciato l’allarme, ma non può certo bastare: serve un intervento immediato, e in prospettiva è necessario esaminare senza pregiudizi il ritorno al nucleare, altrimenti rischiamo di pagare carissima la transizione verso fonti green di energia programmata in Europa”.

Non è un fulmine a ciel sereno

Il prezzo del gas aumenta a livello internazionale ormai da mesi. Già due mesi fa Cingolani ai senatori della Commissione Industria aveva ha spiegato che gli ultimi rincari delle bollette elettriche erano scattati per l’aumento del prezzo degli idrocarburi e per il  costo delle emissioni di carbonio nel sistema di scambi europeo, Ets (Emissions trading scheme). Ma “il rischio – aveva detto chiaramente il Ministro – è  che ogni trimestre ci si ritrovi con un aumento del 20%. E l’unico modo per uscire da questi aumenti è incrementare il più velocemente possibile la produzione di energia da fonti rinnovabili”. Insomma, lo scenario era chiaro da tempo..

L’aumento del prezzo delle materie prime e, in particolar modo, del gas naturale è evidente dall’inizio della ripresa economica post-lockdown, parallelamente ad un aumento vertiginoso e sproporzionato in alcuni paesi della domanda rispetto all’offerta. La Cina è tra i paesi asiatici ad aver aumentato significativamente la richiesta di gas causando un rincaro dei prezzi a livello internazionale. A pagarne le conseguenze sono i consumatori, con bollette alle stelle, come già accaduto lo scorso trimestre.

Da inizio anno, in Europa i prezzi del gas naturale sono saliti di oltre il 170 per cento , suscitando preoccupazioni sulle loro potenziali implicazioni macroeconomiche. Su base annuale, un raddoppio dei prezzi all’ingrosso dell’elettricità implicherebbe che i consumatori europei paghino fino a 150 miliardi di euro in più di bollette elettriche. I prezzi elevati del gas e dell’elettricità si riverberano attraverso le catene di approvvigionamento e causano una pressione inflazionistica. La conseguenza è che gli aumenti delle spese energetiche daranno una mazzata al reddito disponibile soprattutto delle famiglie con redditi più bassi.

Cosa può fare il governo contro l’aumento delle bollette?

Cosa può fare il governo contro l’aumento delle bollette? Si potrebbe ipotizzare di abbassare nelle bollette alcuni oneri impropri, quelli che con l’energia non c’entrano (le decine di euro che su ogni bolletta sono pagate per “oneri di riscossione”, ad esempio) o lavorare sullabbassamento dell’IVA su energia elettrica e gas. Gli oneri di sistema pesano per oltre il 10% sulle bollette degli italiani. L’annuncio dell’aumento del 40% delle bollette elettriche è un segnale negativo che trasmette sfiducia in un momento non facile. In Spagna il governo Sanchez ridurrà l’imposta sull’elettricità dal 5,1% allo 0,5% per mitigare gli oneri dei consumatori: è un esempio di un’iniziativa immediata e replicabile.

“Un aumento di tale portata, se fosse davvero confermato, sarebbe letale per famiglie e imprese. Per una famiglia tipo sarebbe equivalente a 247 euro su base annua”. A fare i conti in tasca agli italiani alle prese con un possibile aumento delle bollette della luce del 40% nel prossimo trimestre, è Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori. Si tratta di una stima credibile, anche secondo altri osservatori attenti. ma c’è chi ipotizza un impatto ben diverso.

“Un aumento delle tariffe di luce e gas del +40% produrrebbe effetti a cascata sui listini al dettaglio causando una stangata complessiva da quasi +1.300 euro annui a famiglia” secondo le associazioni Assoutenti e Movimento Consumatori. “Un maxi-ritocco delle tariffe energetiche determinerebbe un maggior esborso annuo pari a circa +500 euro annui a carico di una famiglia con due figli solo per le forniture di luce e gas – spiegano le due associazioni – Energia più cara si traduce tuttavia anche in maggiori costi per industria, trasporti, esercenti, e per l’intero sistema produttivo e distributivo, con ripercussioni sui prezzi al dettaglio e sulle tariffe. In base alle elaborazioni di Assoutenti e Movimento Consumatori, un maxi aumento delle bollette causerebbe effetti indiretti sui listini al dettaglio per complessivi +768 euro annui a famiglia, di cui +140 euro solo per gli alimentari, e +174 euro per la voce trasporti, portando il conto complessivo della stangata a sfiorare i 1.300 euro a nucleo familiare.

Il prezzo dell’energia elettrica è aumentato di oltre l’80% rispetto a gennaio di quest’anno, quello del gas naturale, da cui dipende il prezzo dell’energia elettrica, di oltre il 100%. Ad agosto, in base alla stima preliminare diffusa dall’Istat a fine mese, l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) ha registrato un incremento annuo del 2,1% (2 decimi di punto al di sopra del mese precedente). E a correre di più sono stati i beni energetici, con un rincaro che sfiora il 20% e una crescita decisamente sostenuta per le tariffe di luce e gas (di oltre il 34%), aumentate a luglio. Il primo ottobre scatteranno le tariffe aggiornate per l’ultimo trimestre dell’anno. In attesa di un eventuale nuovo intervento di riduzione da parte del governo, i consumatori già temono “la stangata d’autunno”.

L’Italia non è un Paese energeticamente autosufficiente e ogni anno è obbligato a importare grandi quantità di fonti di energia fossile e rinnovabile per sopperire al proprio fabbisogno e produrre energia elettrica. E’ compito della politica “disegnare” il futuro e capire quale sarà il futuro energetico dell’Italia: tra le rinnovabili e lo “spettro” del nucleare che ciclicamente si ripresenta, se ne parlerà ancora a lungo.

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