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Cronaca

È scomparsa Ornella Vanoni: la cantante aveva 91 anni

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Ornella Vanoni, una delle voci più rappresentative della musica italiana, si è spenta a Milano all’età di 91 anni. L’interprete di brani come Senza fine, Io ti darò di più e L’appuntamento, nata il 22 settembre 1934, è stata colpita da un arresto cardiocircolatorio nella sua abitazione poco prima delle 23.

«Mi dispiace morire», aveva confessato in una delle sue ultime apparizioni televisive; negli ultimi anni avvertiva «il corpo che invecchia e la mente che resta giovane». Con una voce inconfondibile e uno stile sempre personale, in oltre settant’anni di carriera ha cantato l’amore in tutte le sue forme.

Figlia dell’industriale farmaceutico Nino e di Mariuccia, dopo gli studi dalle Orsoline e in vari collegi tra Svizzera, Francia e Inghilterra, da ragazza sognava di diventare estetista, ma il destino le riservò altro.

Si iscrisse nel 1953 all’Accademia d’Arte Drammatica del Piccolo Teatro diretto da Giorgio Strehler, che divenne il suo primo grande amore. Tre anni dopo debuttò come attrice in Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello. Terminata la relazione con Strehler, nel 1957 iniziò a dedicarsi alla musica. Dopo il debutto come cantante ne I Giacobini di Federico Zardi al Piccolo, scelse il repertorio delle «canzoni della mala», brani ispirati al mondo della malavita, che portò anche al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 1959.

La storia con Gino Paoli

L’incontro con Gino Paoli avvenne nel 1960 presso la casa discografica Ricordi. Tra i due nacque una relazione. «Passeggiavamo per ore – raccontò a Il Corriere nel 2021 – lui non aveva neanche i soldi per il tram e andavamo sempre a piedi. Io trotterellavo dietro con i tacchi, sfinita. Un giorno, appoggiati a un muretto, gli chiesi: “Ma tu sei frocio?”. Lui rispose: “No, perché?”. E io: “Me l’avevano detto”. E lui: “A me han detto che tu sei lesbica, canti male e porti sfortuna…”. Scoppiammo a ridere e ci baciammo». Paoli scrisse per lei Me in tutto il mondo e poi Senza fine, ma anche questa storia finì in fretta, complicata dai suoi continui tradimenti.

Sempre nel 1960, Vanoni sposò l’impresario teatrale Lucio Ardenzi. «Fu un errore – dirà più tardi –. Ero ancora innamorata di Gino, che mi sconsigliò fino all’ultimo, minacciando persino di presentarsi al matrimonio per cantare Senza fine. In quel periodo piangevo sempre. Ero sposata, e anche lui lo era. Suonava il piano e io non riuscivo più a cantare una nota». La coppia si separò poco prima della nascita del figlio Cristiano nel 1962.

Otto partecipazioni a Sanremo e due Premi Tenco

Unica donna a essersi aggiudicata due Premi Tenco, Ornella Vanoni partecipò otto volte al Festival di Sanremo: arrivò seconda nel 1968 con Casa bianca e conquistò il quarto posto nel 1967 (La musica è finita), nel 1970 (Eternità) e nel 1999 (Alberi). L’ultima gara fu nel 2018 con Bungaro e Pacifico, con il brano Imparare ad amarsi, classificatosi quinto. Tornò poi sul palco dell’Ariston come ospite nel 2009, 2019, 2020, 2021 e 2023.

Nel corso della sua lunga carriera ha collaborato con numerosi artisti italiani – oltre a Paoli, anche Paolo Conte, Fabrizio De André, Ivano Fossati, Lucio Dalla – e con grandi musicisti jazz internazionali come George Benson, Michael e Randy Brecker, Ron Carter, Eliane Elias, Gil Evans, Steve Gadd, Herbie Hancock, Chris Hunter, Lee Konitz e Herbie Mann. Nel mondo ha venduto quasi 60 milioni di dischi.

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