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Economia

Flat tax: ecco come cambieranno gli stipendi

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Nel suo discorso per la fiducia alla Camera, la premier Giorgia Meloni aveva elencato i punti sui quali il suo governo voleva intervenire per migliorare la situazione del prelievo fiscale in Italia. Nella prossima legge di Bilancio, due terzi dei 30 miliardi della manovra saranno assorbiti dalle misure contro il caro energia. Il resto, invece, dovrebbe andare in misure come il taglio al cuneo fiscale, la mini Flat tax per tutti e la soglia aumentata dei premi detassati, e i fringe benefit.

Con la Flat Tax, il governo di centrodestra introdurrà cambiamenti riguardo i salari di lavoratori dipendenti ed autonomi.

Gli aumenti degli stipendi saranno già calcolabili a Dicembre, in modo che i lavoratori oltre alla tredicesima, riceveranno anche un adeguamento degli stipendi che aumenteranno del 2% per raggiungere il nuovo livello dell’inflazione che ha raggiunto nell’ultimo mese livelli record.

Tra Novembre e Dicembre inoltre sarà disponibile in busta paga anche il bonus da 150 euro dedicato ai lavoratori con contratti part-time e full-time che hanno avuto, nel 2021, un reddito massimo di 20mila euro. Il bonus era stato stabilito dall’ex Governo Draghi nel dl Aiuti-ter al fine di contrastare il caro vita e l’aumento dei prezzi.

Come cambieranno gli stipendi

La Flat Tax permetterebbe di introdurre un’aliquota piatta al 15% per tutte le categorie di lavoratori, includendo sia i lavoratori dipendenti in cui risultano incrementate le ore di lavoro straordinario o promozioni con aumento di stipendio, sia i lavoratori autonomi con redditi oltre i 65 mila euro che aumentano il numero di clienti da un anno all’altro. In sintesi quindi l’aliquota del 15% si applicherebbe solo nelle differenze che vanno ad incrementare il reddito da un anno all’altro.

Per gli autonomi e le partite Iva è quasi certo che la soglia entro cui si applica la tassa unica al 15% si alzerà dagli attuali 65 mila euro a 85 mila euro. Diverso invece per la Flat tax incrementale ai dipendenti, la cui realizzazione sembra più in forse perché l’ipotesi già spiegata dal ministro Giorgetti è costosa. Questa implica una tassazione al 15% della quota dell’incremento di reddito da lavoro e da impresa.

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