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IF: gli amici immaginari // RECENSIONE

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Se cercate un film leggero… allora NON guardate IF: gli amici immaginari. Non lasciatevi trarre in inganno dalla locandina e dai coloratissimi mostriciattoli del trailer: nonostante le apparenze, infatti, questa non è affatto una commedia spensierata, ma un film drammatico che, pur avendo qualche momento divertente, parla di lutto, infanzia e trauma.

If: gli amici immaginari – di cosa parla?

Il film racconta infatti la storia di Bi, una bambina che si ritrova a vivere per un po’ New York, a casa della nonna, quando il padre viene ricoverato in ospedale in attesa di subire un intervento al cuore. Per Bi non è facile: molti anni fa ha vissuto una situazione molto simile quando la madre, malata di cancro, è stata ricoverata nello stesso ospedale prima di morire.

Nonostante la piccola cerchio di farsi forza e di non comportarsi “come una bambina piccola”, le sue giornate nel piccolo appartamento della nonna sono difficili: i ricordi della madre sono sempre in agguato, nascosti tra scatole colorate, mobili e fotografie, e la paura di perdere anche il padre si fa sempre più pesante. Tutto cambia, però, quando una sera segue una strana figura al piano di sopra, dove, dietro una porta malconcia, scoprirà il mondo colorato, nostalgico e commovente degli amici immaginari.

Cosa succede a un amico immaginario quando il bambino che l’ha creato cresce e smette di vederlo? Bi cercherà di trovare una nuova casa ai suoi amici e, tra le strade di New York e la sua immaginazione, scoprirà una verità tanto semplice quanto straordinaria: nessuno di coloro che amiamo può mai essere davvero dimenticato.

Cosa significa diventare grandi?

Sebbene all’apparenza questo film possa sembrare una pellicola per bambini – e sicuramente possa essere guardato dai più piccoli – in realtà è chiaramente un film destinato agli adulti.

Oltre la superficie – la storia degli amici immaginari e le avventure che vivono nel tentativo di trovare dei nuovi bambini – il film ha due focus: l’elaborazione del lutto e la crescita. E se il primo tema è comunque di più immediata comprensione, il secondo, invece, resta sfuggente per molti adulti.

Come Bi, infatti, molte persone pensano che crescere significhi abbandonare il bambino che siamo stati – mettere da parte pennarelli e lustrini, dimenticarsi dei sogni e degli amici immaginari – per diventare “grandi”.

Ma in realtà crescere non significa dimenticare, recidere i legami col proprio passato e col proprio bambino interiore. Dentro ciascun adulto resta una scintilla di meraviglia che non andrebbe mai soffocata, ma alimentata – e spesso basta una musica o l’odore di un dolce per rinfocolarla.

È di questo che ci parla IF: di desideri, di tenerezza e della forza dei nostri ricordi. Se deciderete di andarlo a vedere, non dimenticate i fazzoletti: uscire dalla sala con gli occhi asciutti e il cuore leggero sarà molto difficile.

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