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Cronaca

“Martello di Mezzanotte”: Trump lancia un attacco a sorpresa contro l’Iran, colpiti tre siti nucleari

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L’operazione segna un punto di svolta nella politica estera americana: mentre l’Iran grida vendetta e l’Occidente chiede moderazione, il mondo trattiene il respiro.

Washington/Teheran – Con una mossa senza precedenti e in controtendenza rispetto ai suoi predecessori, Donald Trump ha ordinato un attacco aereo massiccio contro tre siti nucleari strategici in Iran: Fordow, Natanz e Isfahan. L’operazione, denominata “Midnight Hammer” (Martello di Mezzanotte), è scattata solo due giorni dopo che Trump aveva concesso a Teheran un ultimatum di due settimane per avviare negoziati. Un blitz che rischia di spingere l’intera regione, e non solo, sull’orlo di una guerra su vasta scala.

L’attacco è stato guidato da oltre 125 velivoli e un sottomarino della Marina Usa posizionato nel Golfo Persico. In particolare, il sito sotterraneo di Fordow è stato bersaglio di 14 bombe GBU-57 Massive Ordnance Penetrator, ognuna da 30.000 libbre, sganciate dai bombardieri stealth B-2 in quella che è stata definita la seconda più lunga missione di B-2 dopo l’11 settembre.

Teheran minaccia vendetta, Washington alza la guardia

La reazione iraniana non si è fatta attendere: il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha parlato di “attacchi oltraggiosi” e “conseguenze eterne”, annunciando una missione urgente a Mosca per cercare il sostegno di Putin. Il Parlamento iraniano ha minacciato di chiudere lo Stretto di Hormuz, passaggio chiave per un quarto del petrolio globale. La guida suprema Ali Khamenei è stata definita da Teheran “la più rossa delle linee rosse”.

Nel Paese è montata la rabbia popolare, con piazze infuocate che invocano “vendetta”. Intanto proseguono le scaramucce tra Iran e Israele, con decine di feriti a Tel Aviv e Haifa.

Massima allerta negli Stati Uniti

Negli USA, intanto, le autorità hanno innalzato il livello di allerta in tutte le principali città, da Washington a New York fino a Los Angeles, per timore di attentati o ritorsioni. Il Paese è spaccato: mentre alcuni celebrano l’audacia del presidente, altri temono una nuova guerra in Medio Oriente che contraddirebbe l’approccio America First da lui tanto sbandierato.

Diplomazia congelata, Europa invoca dialogo

La comunità internazionale è divisa. Russia e Cina hanno condannato fermamente l’azione americana, parlando di violazione del diritto internazionale. Più moderata la posizione dell’Unione Europea: la presidente Ursula von der Leyen ha invitato entrambe le parti a tornare al tavolo dei negoziati, definendolo “l’unica via per fermare l’escalation”. Anche Parigi, Berlino, Londra e Roma condividono la linea diplomatica.

Una mossa ad alto rischio

Trump, che ha seguito in diretta l’operazione dalla Situation Room, ha parlato alla nazione annunciando di volere ancora la pace, ma ha avvertito che gli Stati Uniti “risponderanno con forza ancora maggiore” se verranno colpiti. Il vicepresidente JD Vance ha precisato che “gli USA non sono in guerra con l’Iran, ma con il suo programma nucleare”.

Il Pentagono ha definito i raid “efficaci” e ha riferito che i tre impianti hanno subito danni severi. Tuttavia, la situazione a Fordow resta incerta: alcuni dirigenti iraniani affermano che l’uranio arricchito era già stato trasferito, facendo pensare a una possibile fuga di intelligence prima dello strike.

Anche il capo del Pentagono Pete Hegseth ha cercato di gettare acqua sul fuoco, spiegando che l’obiettivo non è il cambio di regime, ma solo il contenimento della minaccia nucleare.

Un punto di svolta

Questa operazione rischia di diventare la definizione storica della presidenza Trump: un successo clamoroso se porterà a negoziati, una catastrofe se innescherà una guerra. Le prossime 24-48 ore saranno cruciali: il mondo intero attende la risposta di Teheran.

Nel frattempo, l’AIEA non ha rilevato aumenti dei livelli di radiazione nei siti colpiti, e nessuno dei feriti sembra essere stato contaminato. Ma l’eco geopolitica del “Martello di Mezzanotte” continuerà a risuonare a lungo.

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