Rispetto al 2008 i salari reali degli italiani sono inferiori di 8,7 punti.
Disuguaglianze e gap di genere
Si tratta del risultato peggiore tra quelli ottenuti dai Paesi che fanno parte del G20 – nello stesso peirodo la Francia è aumentata del 5% e la Germiana del 15%. Non è stato sufficiente l’aumento dei salari reali del 2,3% ottenuto nel 2024 per recuperare la caduta del 2022 (-3,3%) e quella del 2023 (-3,2%).
Questo è quanto emerge dal rapporto mondiale sui salari dell’Oil – Organizzazione Internazionale del Lavoro – in cui si analizza anche il divario retributivo di genere, in Italia pari al 9,3%, e la forte diseguaglianza tra lavoratori italiani e stranieri; lo stipendio di questi ultimi è del 26% inferiore a quello egli italiani che svolgono il medesimo lavoro.
I salari reali peggiori del G20: le cause
A determinare la cattiva performance delle retribuzioni nel nostro Paese è stata certamente l’inflazione, ma anche alcuni problemi strutturali – come il nanismo della struttura produttiva, gli scarsi investimenti effettuati nell’innovazione tecnologica e nella formazione dei lavoratori e anche la bassa produttività – tuttavia la quest’ultima è comunque cresciuta più dei salari, quindi ci sarebbe spazio per un aumentodelle retribuzioni.
I ricercatori sostengono che il rinnovo dei CNL non è stato nemmeno in grado di mantenere i prezzi dei salari in linea con l’aumento dei prezzi. La causa di ciò risiederebbe nell’inadeguatezza del modello di contrattazione.
Le parole di Bombardieri
“Bisogna recuperare il potere d’acquisto” afferma Pierpaolo Bombardieri, segretario generale UIL “e questo lo si fa rinnovando i contratti – penso al contratto metalmeccanico, ai contratti del pubblico impiego, penso alle risorse già stanziate in manovra che potrebbero essere utilizzate pe rrinnovarli, penso alla proposta che abbiamo fatto al governo di detassazione degli aumenti contrattuali.”
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