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La città proibita // RECENSIONE

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Una storia d’amore e vendetta che avanza tra le strade di Roma tra baci rubati, colpi di kung-fu e Ciceroni improvvisati: così si potrebbe descrivere, in breve, La città proibita, ultima creazione del regista Gabriele Mainetti.

La città proibita: di cosa parla?

La storia comincia nel 1995 quando Mei, una ragazzina cinese addestrata dal padre nelle arti marziali, è costretta a nascondersi in casa a causa della famigerata politica del figlio unico: nella Cina dell’epoca, infatti, non era consentito avere più di un bambino e l’esistenza della stessa Mei è illegale.

Trent’anni dopo la giovane si reca in Italia per trovare la sorella Yun, che si è recata nel Belpaese per ottenere il denaro necessario a pagare la “multa” che consentirebbe a Mei di vivere alla luce del sole ma che, da qualche tempo è scomparsa. Purtroppo, Mei scoprirà che la sorella è stata uccisa insieme al suo amante, Alfredo. Insieme a Marcello, figlio di Alfredo, la giovane cercherà in tutti i modi di vendicare la sorella.

Vale la pena vederlo?

In un inaspettato mix d’azione e commedia italiana, La città proibita tiene incollati gli spettatori alla poltrona e conquista anche i cuori più aridi. Consigliato? Certo che sì, e senza remore.

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