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3 anni agoon
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RedazioneUn turno di Serie A ricco di sorprese. La quarta giornata di Serie A è stata un turbinio di emozioni, dalle vittorie inaspettate a quelle secche e schiaccianti, che rivoluzionano la classifica e spostano equilibri, al momento tutt’altro che ben definiti. Se dovessimo dare un titolo semplice ed essenziale, quello più efficace ed azzeccato oltre che calzante è sicuramente ‘Il Riscatto’. No, non è una fiction o un romanzo, occhio, ma probabilmente la parola che descrive meglio questo turno.
Si parte forte, a Reggio Emilia, in un normalissimo venerdì, al Mapei scendono in campo Sassuolo e Torino. Il match finirà 1-0 per il ringhioso e cattivo Torino di Juric; sicuramente più intraprendente del Sassuolo timido e ancora non perfetto e collaudato al 100%. A risolverla è Marko Pjaca, e chissà che questa non sia la rete del suo riscatto dopo anni di sofferenze.
Un rapido salto e andiamo dall’Emilia Romagna alla Liguria, più precisamente a Genova in quel di Marassi, perchè il sabato di Serie A non si fa attendere, e la sfida è tutta da gustare, e non perchè sono le 15 e qualcuno ha deciso di pranzare più tardi, bensì per la bellezza di una partita fra due squadre in cerca di riscatto. Infatti da una parte il Genoa caotico di Ballardini in crisi e dall’altra la Fiorentina di Italiano che incarna invece il cosmo e la sua calma. Sarà proprio questo fattore a decidere il match, 3 gol segnati, 2 targati viola e uno finale – quasi di consolazione – per i rossoblu. Termina 2-1 per Vlahovic e compagni, ma il bomber serbo non segna, ebbene no stavolta nel tabellino dei marcatori non figura il suo nome, ma quello di Saponara e Bonaventura, forse due dei nomi meno attesi di queste settimana ma decisivi e che ora vogliono prendersi Firenze per mano.
Una parentesi negativa, forse anche più di quanto ci si potesse aspettare, ma il Bologna capita a fagiuolo, in una settimana in cui l’Inter di Inzaghi aveva bisogno di 3 punti per voltare pagina. Un pareggio con la Samp e una sconfitta immeritata – a dirla tutta – in Champions. Una vittoria, e che vittoria, per i neroazzurri che mettono in gabbia il Bologna e come nei migliori ‘fightbox’ il massacro è assicurato, 6-1 e il riscatto è completato, una sestina che scaccia via brutti pensieri e qualche critica di troppo. Da Barella a Skriniar passando per Dzeko, insomma tutti vogliono mettere la propria firma, ma questa squadra dimostra a tutti di poter essere insidiosa se inizia a giocare il suo calcio.
In una delle partite che poteva sembrare fra le più insidiose e forse complicate di questo inizio di stagione per la Salernitana, potremmo dire con fermezza che è stata una delle prestazioni più convincenti. Sarà forse la pericolosità di poter essere esonerato o la voglia di riscatto, non lo sappiamo, ma di fatto qualcosa per i granata di Mister Castori è cambiato. 65 minuti di buon calcio e sofferenza, per poi lasciare il pallino all’Atalanta e si sa, se li fai giocare i ragazzi del Gasp sono devastanti: e a deciderla è il panterone colombiano Duvan Zapata. Un risultato modesto, ma come detto poc’anzi frutto di una grande forza e prestazione degli avversari, ai quali proprio in questo turno non gli si può recriminare molto.
Un ex, qualche sguardo di troppo e un terzo incomodo. No non stiamo parlando di un romanzo d’amore ambientato negli anni 70′, ma di Empoli-Sampdoria. Al Castellani ritorna Ciccio Caputo, ex di giornata, ma con la nuova maglia della Doria, anche per lui la voglia di riscatto era tanta dopo un digiuno e quale miglior modo di sbloccarsi contro una ex. No, in realtà non è molto bello, soprattutto se di fronte ci sono i tuoi ex tifosi, ma anche questo è il calcio. Una doppietta quella del bomber pugliese che di certo non ci lascia dubbi: Ciccio is back. Ma il terzo incomodo. In questa storia fra ex, c’è davvero un terzo incomodo parliamo di Antonino Candreva, gol del 3-0 e riscatto anche per lui, in un momento di forma strabiliante per l’ex Inter.
A prima vista non lo diremmo, ma anche Bourabia ha avuto il suo riscatto. Gol e vittoria per lo Spezia che in extremis porta a casa i tre punti e la gioia è talmente tanta che descriverla sembra quasi superfluo. Di fatto la vittoria è assicurata e ora anche i liguri hanno il proprio eroe almeno per questa settimana.
Due risultati non proprio positivi per le romane, infatti sia i giallorossi che i biancocelesti nella domenica di Serie A si rendono complici di un disastro che aiuta di certo Verona e Cagliari. Due squadra che nell’ultima settimana hanno cambiato allenatore, su quella dei giallo blu è arrivato Tudor, mentre su quella del Cagliari arriva Mazzarri. Ma partiamo dal match di Verona: la Roma parte bene, eurogol di Pellegrini e tutto sembra andare per il meglio, Mourinho il copione l’ha scritto, ma a rovesciare le carte sono i mastini che ribaltano in match e il 3-1 schiaccia i lupi romani; nel finale inutile l’autogol di Ilic (finirà 3-2). Nella capitale il copione sembra lo stesso, all’Olimpico anche la Lazio parte bene, gol di Immobile e partita che sembra in discesa. Ma ad inizio secondo tempo è il Cagliari a fare la partita e in poco J. Pedro e Keita chiudono la pratica, riaperta nel finale con Cataldi e poi il sigillo è inevitabile, termina 2-2.
La Juventus fa fatica. E’ questa la prima analisi che spontaneamente ci viene naturale parlando di Juventus-Milan. Una squadra che sta ancora metabolizzando due anni duri di stravolgimenti, e che ancora non riesce a sfruttare a pieno tutte le occasioni. Per modo di dire diremmo che in un ‘girone dell’inferno Allegri è capitato’, al momento sembra proprio così un vortice di risultati negativi non ancora pronto a fermarsi. Dall’altra parte però c’è il Milan, un buon Milan, attendista e cinico, a tratti stralunato ma di sicuro sul pezzo. Ancora una volta la mette dentro Rebic, che risponde a Morata e il risultato è bello che pronto dopo 90 minuti: termina 1-1 allo Stadium.
L’ultimo atto della quarta giornata di Serie A si gioca alla Dacia Arena. In terra friulana il Napoli batte 4-0 l’Udinese e si porta a +2 su Inter, Roma e Milan e domina la classifica. Prima Osimhen e Rrahmani, poi Koulibaly e Lozano chiudono la pratica. Una prestazione di ferocia, forza e tanta qualità per lanciare un segnare alle altre big che inseguono il titolo. Ennesimo riscatto di una piazza che arriva da tante, anzi troppe delusioni.