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1 mese agoon
Lunedì nero per le Borse europee sui mercati. A far crollare i primi argini sono stati i dati sul mercato del lavoro americano, con disoccupazione salita ai livelli del 2021. Proprio i timori per l’economia americana con il rischio recessione Usa affossano i listini mondiali. Milano perde il 2,26%. Pressing sulla Fed per il taglio dei tassi.
Se si ferma o rallenta la locomotiva americana sono guai per le borse di tutto il mondo. Prima c’è stato il colossale crollo di Tokyo, poi quello dei mercati europei.
In attesa del taglio dei tassi di metà settembre, il conflitto in Medio Oriente con il possibile attacco dell’Iran su Israele, inasprisce il panic selling tra gli investitori e si iniziano a vendere i titoli meno sicuri, creando una spirale di ribassi quasi in tutte le borse del mondo.
Gli analisti finanziari pensano che la FED si sia mossa troppo lentamente e che ora si trovino ad infilare una serie di tagli non previsti.
Oltre ai timori di una recessione ed a quelli di un inasprimento della guerra in Medio Oriente, si teme anche l’instabilità legate alle elezioni americane in vista di novembre. A creare la bolla ha messo del suo anche il tonfo delle Big tech.
Crolla il gigante dei microprocessori Nvidia ed il mercato dei titoli tecnologici chiude le tre settimane più nere da due anni. Il disastro che sta cancellando i guadagni fatti dai mercati negli ultimi due anni ha una profonda radice non solo nei timori di una recessione, ma anche nel forte ribasso dei titoli tecnologici.
Oltre a Nvidia, Apple è stata una delle aziende maggiormente colpite. Ma il grande spettro che si aggira nei mercati di tutto il mondo si chiama Intelligenza artificiale: gli investimenti che Wall street ha fatto nell’ultimo anno potrebbero aver creato una bolla.
Non è ancora chiaro quando tutto questo flusso di denaro inizierà a ripagarsi. Spendendo molto per riuscire a costruire l’infrastruttura IA, senza precisare quando questi investimenti porteranno benefici, in condizioni che diventano di difficoltà, la stessa IA diventa la principale colpevole. Siamo passati dagli algoritmi di raccomandazione ai chatbot fino alla IA generativa tutto in relativa brevità, ma la strada è ancora lunga.
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