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De Laurentiis: “Napoli-Verona gran delusione. Servirà vendere giocatori con ingaggi alti, ho investito troppi soldi”

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“Cosa è accaduto la sera di Napoli-Verona? E’ stato un anno e mezzo improprio, senza la presenza del pubblico sugli spalti. Sembrava come giocare in un acquario. Le voci degli allenatori sono sembrate quasi stordenti in questo silenzio ed impetuosamente diventavano protagoniste. Non ho da rimproverarmi qualcosa, perchè è stato un campionato falsato per tutti. La dietrologia può portarti a cattivi pensieri, ma io non ne faccio. L’ultima partita è stata una gran delusione. Io sono andato durante l’intervallo negli spogliatoi a suonare la gran cassa. Il gol mi aveva quasi rilassato, poi non mi ha assolutamente fatto piacere vedere quello del pareggio. E’ stato un anno particolare, di tensione, in cui sei arrivato a giocarti sul filo di lana le posizioni importanti. Già l’episodio con il Cagliari ci aveva creato dei patemi d’animo. Io non ho nulla da recriminare. Ripeto, è stato un campionato falsato. Anche quest’anno inizieremo il 22 agosto senza sapere ancora se e quanti spettatori ci saranno sugli spalti. Ai miei colleghi dico: convinciamo 7-8 presidenti a non partireA Dimaro a chi dei giocatori che ci sarà, chiederò qualcosa durante qualche cena conviviale sulla sera di Napoli-Verona. Non so quali risposte riceverò. Con i tifosi posso scusarmi solo io. Alcuni di loro mi amano, altri mi odiano. I tifosi vogliono vincere, li capisco. Qualcuno capisce, però, che ci sono dei limiti”. Così Aurelio De Laurentiis ha parlato in conferenza stampa a Roma, interrompendo così di fatto il silenzio stampa del Napoli che durava da mesi.

Il patron azzurro ha parlato anche dell’arrivo di Spalletti, dell’addio di Insigne, del rinnovo di Insigne e del futuro del club partenopeo sul mercato e dal punto di vista finanziario: “Spalletti ha sempre avuto la mia stima. Quando lavoravo ancora in Russia ci incontrammo e mi disse che non poteva liberarsi. Poi noi virammo su altri obiettivi. Lo ritengo l’uomo giusto per il Napoli. Sa gestire situazioni, sa organizzare bene le squadre. Con Insigne non ci siamo ancora visti. Finiti gli Europei ci si incontra, ci si siede, si parla e sarà quel che sarà. Il problema del Napoli non è essere andati nelle ultime due stagioni in Champions, ma abbiamo il problema che spendiamo cifre per ingaggi che non fatturiamo. In un mercato dove sono tutti afflitti dall’aver perso molti soldi. C’è chi fattura molto più di me, che non mi sta pagando. Non c’è un ridimensionamento, ma una presa di coscienza che dal punto di vista del bilancio che il budget va rivisto e per riportare il Napoli sul binario giusto, bisogna tagliare le spese eccessive. Non basterà vendere un giocatore, ma bisognerà soprattutto vendere quei giocatori che hanno aumentato a dismisura, con la loro parte salariale, quello che il Napoli non può pagare. A volte si commette l’errore di farsi prendere dall’entusiasmo. Due acquisti non li avrei dovuti fare, avrei dovuto dirmi: calma Aurelio, c’è il Covid. Invece da ultra ottimista quale sono, ho investito troppi soldi. Ho commesso un errore di valutazione perchè dall’altra parte c’era gente che mi chiamava e mi diceva che non poteva rispettare i contratti. Io nasco da guerriero cavalleresco e devo poter sfidare gli altri su questo piano, non rischiando l’osso del collo. Dobbiamo vedere cosa il mercato in uscita ci riserverà e vedere poi cosa si potrà fare in entrata. Nessuno incedibile con le proposte appropriate. Venerdì incontrerò Spalletti a Castel Volturno. Dobbiamo fare dei grossi ragionamenti con l’allenatore. Da questo incontro valuteremo cosa si può fare e cosa non si può fare, almeno sulla carta. Bisognerebbe comprare senza comprare, aspettando di vendere. Bisogna essere giocolieri. E’ qualcosa che difficilmente i direttori sportivi fanno. Io mi reputo un atleta dell’imprenditoria. Vedremo cosa riuscirò a fare in questa situazione. Se tornassi a gennaio alla sera di Verona-Napoli cosa farei? Io non ho mai voluto esonerare Gattuso, mi sono solo preoccupato se fosse precipitata la situazione. Ho chiamato Spalletti e mi ha dato la sua disponibilità. Ho registrato la sua risposta ma non è stato poi necessario chiamarlo in panchina nel corso della stagione. Benitez? Mi sento con lui ogni tanto, è rimasta sintonia. Sono tante le cose che mi piacciono di lui. Ricordo la prima volta che parlammo di calcio. Lui mi presentò una prima lista, poi una seconda. Io gli dissi che non potevamo permetterci quei giocatori e lui senza batter ciglio me ne presentò una terza che poi fu quella effettiva e alcuni di quei giocatori li abbiamo ancora oggi. Se ho pensato di confermare Gattuso? No, la sua mission a Napoli si sarebbe conclusa con qualsiasi risultato. E’ vero che con Mendes avevamo parlato del rinnovo del contratto, ma anche lì non ci siamo trovati. Il saluto era già pronto prima di Napoli-Verona, anche se ero convinto di andare in Champions onestamente. Il silenzio stampa? L’ho deciso perchè ho sentito cose inappropriate. L’obiettivo per la prossima stagione? Ho bisogno di far quadrare i conti e tornare in Champions. Il settore giovanile? Non è un problema di strutture. Nell’epoca post Covid, però, le priorità sono altre. I genitori in Campania preferiscono portare altrove i propri figli, per dargli un futuro migliore. Pubblico al 25% sugli spalti? Ma 25% di che? Devono dire che entra chi è vaccinato con tutte e due le dosi, senza dire altre sciocchezze. Come faccio gli abbonamenti con il 25% di capienza?”. 

De Laurentiis ha parlato poi del momento del calcio e della SuperLega: “Sono stati momenti difficili questi del Covid, che non ci aspettavamo. Già la scorsa stagione è stata particolare per quanto riguarda la programmazione. Si è fatta la corsa per organizzare gli Europei. Ora poiché il premier inglese ha castigato i protagonisti della SuperLega, gli si accorda la possibilità di fare la finale a Londra. Chiedo a Draghi perché si disinteressa dello sport nazionale numero uno. Qui in Italia il calcio ha una valenza economica molto importante, però per colpa del Covid è sotto di 1 miliardo e mezzo. Non mi sembra, però, che il Governo si sia messo una mano sulla coscienza e abbia detto ‘leviamo lacci e lacciuoli e cerchiamo una soluzione per sanare i bilanci in rosso’. SuperLega? Florentino Perez non mi ha mai contattato. Io non sono stato mai a favore. Non è che se fai un torneo a inviti risolvi i problemi dell’economia del calcio. E’ una cretinata. Mondiali in Qatar? Un’altra superca…ta. Quello che era valido pre-Covid, oggi già non è più valido. Hanno detto che io ho negato Fabian Ruiz alla Spagna per le Olimpiadi. Allora riduciamo le partite e facciamo partire i campionati a dicembre, dico per dire”. 

Chiusura sull’idea di autoprodursi le maglie da gioco: “Mi hanno detto ‘sei pazzo’. Io ci sto lavorando, sto iniziando una nuova realtà. Bisogna rischiare, anche se a volte ci rimetti dei soldi. Le prime due maglie potrei presentarle a Castel di Sangro, magari nella settimana tra il 7 e il 15 agosto. Faremo una conferenza stampa con Emporio Armani 7 quando saremo pronti”. 

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