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Cronaca

Gaza sotto la pioggia: tende spazzate via e ospedali allagati, cresce l’emergenza umanitaria

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La Striscia di Gaza è di nuovo in ginocchio. Alle devastazioni provocate da mesi di bombardamenti si aggiunge ora un’ondata di maltempo che sta aggravando ulteriormente le condizioni di vita di centinaia di migliaia di sfollati. Piogge torrenziali, forti venti e temperature in calo stanno mettendo a dura prova una popolazione già allo stremo, priva di ripari sicuri e di servizi essenziali.

Tende distrutte e famiglie senza riparo

Nelle ultime ore, forti piogge hanno colpito diverse aree della Striscia di Gaza, allagando campi improvvisati e spazzando via le tende che ospitano migliaia di famiglie sfollate. Secondo l’agenzia palestinese Wafa, l’acqua ha invaso numerosi insediamenti di fortuna, lasciando interi nuclei familiari esposti al freddo e alle intemperie. Molti sfollati vivono in strutture di plastica o tessuto, incapaci di resistere a precipitazioni intense e raffiche di vento sempre più violente.

La situazione è particolarmente critica nelle zone costiere e nelle aree più basse, dove il rischio di allagamenti improvvisi è elevato e l’assenza di sistemi di drenaggio rende impossibile contenere l’acqua piovana.

Ospedali sotto pressione: chiusi reparti ad Al-Shifa

Il maltempo non ha risparmiato nemmeno le strutture sanitarie. A Gaza City, l’acqua piovana si è infiltrata in alcune parti del complesso medico di Al-Shifa, il più grande ospedale della Striscia. Secondo quanto riferito da Wafa, i reparti di emergenza e accoglienza sono stati costretti a chiudere temporaneamente, aggravando una situazione sanitaria già drammatica.

Ospedali e cliniche operano da mesi in condizioni estreme, con carenza di elettricità, medicinali e personale. Le infiltrazioni d’acqua rappresentano un ulteriore colpo a un sistema sanitario ormai al limite del collasso, mentre il numero di feriti e malati continua a crescere.

Case danneggiate a rischio crollo

A lanciare l’allarme è anche la Protezione Civile di Gaza. Il portavoce Mahmoud Bassal ha avvertito che migliaia di abitazioni parzialmente danneggiate dai bombardamenti rischiano di crollare a causa delle piogge e dei forti venti. Strutture già instabili potrebbero cedere da un momento all’altro, mettendo in pericolo la vita di centinaia di migliaia di persone che non hanno alternative.

“Queste case rappresentano un grave pericolo per la vita dei palestinesi che non hanno un riparo”, ha dichiarato Bassal. “Abbiamo ripetutamente avvertito il mondo, ma invano”. Molte famiglie, infatti, sono costrette a rientrare in edifici lesionati pur di sfuggire al freddo e alla pioggia.

Le previsioni meteo e il rischio di nuove inondazioni

Il Centro meteorologico palestinese prevede per le prossime ore un ulteriore calo delle temperature, soprattutto nelle zone montuose, e rovesci sparsi nella maggior parte delle aree. Le precipitazioni potrebbero essere accompagnate da temporali e, in alcuni casi, da grandinate.

I venti, inizialmente moderati, soffieranno da sud-est per poi ruotare a nord-ovest, mentre il mare resterà moderatamente agitato. Le autorità meteorologiche hanno avvertito del rischio di inondazioni improvvise nelle valli e nelle zone più basse, un pericolo concreto in un territorio già devastato e privo di infrastrutture funzionanti.

L’appello di ActionAid: “Il freddo potrebbe uccidere più delle bombe”

In questo contesto, ActionAid rinnova il suo appello urgente alla comunità internazionale affinché vengano aperti i valichi di frontiera e aumentato l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Secondo l’organizzazione, la diminuzione dei bombardamenti non ha significato una riduzione della sofferenza.

“La sofferenza a Gaza è incessante. Le bombe forse sono diminuite, ma il dolore no”, afferma Alaa AbuSamra, responsabile del Programma di Risposta all’Emergenza di ActionAid in Palestina. “Gaza è diventata un inferno dove ogni mese porta un nuovo modo di lottare o morire”.

Il timore più grande, ora, è che il freddo e le condizioni climatiche estreme possano fare ciò che le armi non sono riuscite a completare. “Sono un genitore, ho dei figli. E come ogni madre e padre sfollato in Palestina, temo che il freddo riuscirà dove le bombe hanno fallito”, conclude AbuSamra, dando voce all’angoscia di un’intera popolazione abbandonata sotto la pioggia.

Bambini e anziani tra i più colpiti dall’emergenza climatica

A pagare il prezzo più alto di questa nuova emergenza sono soprattutto i bambini, gli anziani e le persone con disabilità. Molti minori dormono in abiti fradici, senza coperte adeguate né accesso ad acqua potabile o servizi igienici. Le organizzazioni umanitarie segnalano un aumento dei casi di ipotermia, infezioni respiratorie e malattie legate alle condizioni igienico-sanitarie precarie, aggravate dall’umidità e dal freddo.

Gli anziani, spesso affetti da patologie croniche, faticano a ricevere cure mediche regolari e sono costretti a spostarsi in condizioni estreme, camminando nel fango o tra macerie instabili pur di trovare un riparo temporaneo.

Infrastrutture distrutte e assenza di servizi essenziali

Le piogge mettono ulteriormente in luce la fragilità delle infrastrutture di Gaza. Fognature danneggiate, strade impraticabili e reti elettriche compromesse rendono impossibile affrontare anche eventi meteorologici di media intensità. In molte zone l’acqua stagnante si mescola ai rifiuti e alle acque reflue, aumentando il rischio di epidemie.

Senza carburante sufficiente per alimentare i generatori e con l’accesso all’acqua potabile fortemente limitato, la popolazione è costretta a soluzioni di emergenza che non garantiscono sicurezza né dignità.

Una crisi che rischia di diventare invisibile

Mentre l’attenzione internazionale oscilla tra tregue fragili e sviluppi politici, la crisi umanitaria a Gaza rischia di passare in secondo piano. Le organizzazioni sul campo avvertono che il maltempo sta trasformando una tragedia già in corso in una catastrofe silenziosa, lontana dai riflettori ma non meno letale.

Senza un intervento immediato e coordinato della comunità internazionale, il combinarsi di guerra, sfollamento e crisi climatica potrebbe avere conseguenze irreversibili. A Gaza, oggi, la pioggia non è solo un fenomeno naturale: è l’ennesima minaccia alla sopravvivenza di una popolazione già stremata.

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