Un sito pieno di errori grammaticali, autori ignoti e una criptovaluta chiamata “Squid”, presentata come “la moneta di Squid Game” impossibile da rivendere: questi gli ingredienti di un disastro annunciato e di una probabile truffa.
Ma cos’è “Squid”?
La criptovaluta “Squid”, aumentata nel giro di pochissime ore – dal 26 al 31 ottobre – del 230%, è arrivata a valere circa 3000 dollari prima di essere improvvisamente ritirata. In molti pensano che si sia trattata di una truffa: tutti coloro che avevano acquistato delle Squid hanno subito il cosiddetto rug pull, ovvero il ritiro improvviso di una criptovaluta dal mercato.
La criptovaluta non aveva alcun legame con Netflix e il sito che la supportava e presentava avrebbe dovuto creare allarme in qualsiasi investitore, ciononostante in molti hanno scelto di investire in Squid. Dopo aver raggiunto un picco del valore della criptovalita i creatori sono scomparsi dopo aver venduto le Squid da loro possedute, guadagnando un malloppo di oltre 3 milioni di dollari e senza che gli investitori potessero recuperare il loro investimento iniziale.
È davvero una truffa?
Anche se Bloomberg ipotizza che forse qualcuno possa aver hackerato la struttura gestionale di Squid, al momento l’ipotesi più accreditata è quella, molto più semplice e banale, che si sia trattato di una truffa.
A far propendere per questa ipotesi ci sono diversi elementi, tra cui la piattaforma poco professionale e l’impossibilità di rivendere la criptovalutamentre cresceva di valore.
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