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Cronaca

Nelle Marche, quasi il 100% dei medici è obiettore

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Nelle Marche, l’interruzione volontaria di gravidanza è una corsa a ostacoli a causa dell’alto numero di medici obiettori di coscienza. Tiziana Antonucci, presidente di Aied Ascoli Piceno, ha lanciato un allarme: “Una donna con certificato d’urgenza per interruzione volontaria di gravidanza rilasciato dal consultorio di San Benedetto del Tronto, alla dodicesima settimana e cinque giorni, è stata respinta dall’ospedale di San Benedetto del Tronto, da quello di Ascoli Piceno e da quello di Teramo. Domani è a 12 settimane e 6 giorni, ed è l’ultimo giorno in cui potrà abortire”.

Quasi il 100% dei medici è obiettore

Secondo i dati, il 29,5% delle IVG avviene in una provincia diversa da quella di residenza nelle Marche e l’11,3% delle donne deve andare fuori regione. Marte Manca, attivista trans-femminista, denuncia: “A Jesi, ragazza di 24 anni, lavoro precario, ci contatta per IVG farmacologico; è alla 6 settimana di gestazione e il certificato le viene fatto subito, ma Macerata le dà appuntamento dopo 10 giorni”. La situazione è complicata anche a Fermo e Jesi, dove l’obiezione di coscienza è al 100%.

Nel 2023, su 66 consultori familiari, solo 27 hanno rilasciato le certificazioni IVG. Manca spiega che molte donne marchigiane sono costrette a rivolgersi all’Emilia Romagna o all’Abruzzo. L’IVG farmacologica è limitata a 7 settimane nelle Marche, contro le 9 consentite dalla determina dell’Agenzia italiana del farmaco del 2020 perché la Regione non ha ancora recepito le linee ministeriali. “L’applicazione di una delibera del 2016, dimostratasi non più attuale, è di ostacolo all’accesso a prestazioni sanitarie essenziali e rende di fatto non applicabile la legge 194”, ha affermato Antonella Anselmo, avvocata amministrativista.

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