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10 mesi agoon
Julian Assange, uno dei fondatori di Wikileaks, da oggi è un uomo libero.
Lo scrive lo stesso WikiLeaks (il cui obiettivo, ironia della sorte, è di assicurare che gli informatori non vengano perseguiti per la diffusione di documenti riservati) su X: “Ha lasciato il carcere di massima sicurezza di Belmarsh la mattina del 24 giugno, dopo aver trascorso lì 1901 giorni. Gli è stata concessa la libertà su cauzione dall’Alta Corte di Londra ed è stato rilasciato all’aeroporto di Stansted nel pomeriggio, dove si è imbarcato su un aereo ed è partito dal Regno Unito”.
Dal Guardian apprendiamo poi che, atterrato a Canberra, si è potuto finalmente ricongiungere in aeroporto con la moglie Stella e i famigliari. Da uomo libero ma colpevole. Si, perché il tribunale statunitense di Saipan sulle Isole Marianne Settentrionali, territorio Usa nell’Oceano Pacifico; ha accettato il patteggiamento. Concesso poi dal presidente americano Joe Biden. L’accusa: aver ottenuto e pubblicato documenti militari e diplomatici segreti relativi alle guerre in Iraq e Afghanistan.
La sua dichiarazione di colpevolezza lo rende “colpevole” tale da non poter tornare negli Stati Uniti senza autorizzazione. Procedura con cui si è potuta però scrivere la parola fine a 14 anni di peripezie legali. Il Dipartimento di Giustizia americano “In conformità con l’accordo di dichiarazione di colpevolezza” fa divieto ad Assange di tornare negli Usa senza autorizzazione. Anche se con quest’accordo, l’attivista e giornalista australiano ha potuto lasciare il carcere di massima sicurezza dove era detenuto dall’aprile del 2019, l’ex informatico- hacker si è dichiarato colpevole del capo d’accusa di aver ottenuto e divulgato informazioni sulla difesa nazionale.
“Ho incoraggiato la mia fonte“, la soldatessa statunitense Chelsea Manning, artefice della massiccia fuga di notizie, “a fornire materiale classificato“. Ha infatti reso noti dei documenti forniti dall’ex analista dell’intelligence dell’esercito americano riguardanti crimini di guerra. Colpevole, dunque, di azione di spionaggio, torna a casa in Australia, superando l’estradizione statunitense.
Al momento non ci sono dichiarazioni del 52enne tornato libero. Solo le conclamate soddisfazioni dei movimenti “Free Assange” che sin dai primi giorni di carcere di 5 anni fa, hanno da sempre sostenuto e divulgato la causa.
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